Il 49enne affetto da una grave forma di artrite reumatoide è accusato di coltivazione illegale di cannabis
Fin dalla sua nascita Domani ha cercato di riempire un vuoto: in Italia il dibattito pubblico è dominato da quarant’anni dalle stesse facce e dalle stesse opinioni. Per questo abbiamo cercato di trovare e dare risalto a prospettive, voci e idee più giovani e fresche. Soprattutto nelle pagine della cultura abbiamo dato fiducia a scrittori e scrittrici, artisti di ogni genere, per esporvi ed esporci a punti di vista spiazzanti, originali, per farci magari divertire, talvolta arrabbiare, sempre pensare. Se pensi che questo lavoro sia importante, aiutaci a farlo crescere con un abbonamento annuale. Così sarai parte della comunità di Domani.
Walter De Benedetto si è presentato alla prima udienza del processo che lo vede coinvolto ad Arezzo. Il 49enne affetto da una grave forma di artrite reumatoide è accusato di coltivazione illegale di cannabis. I fatti si riferiscono all’ottobre 2019 quando i carabinieri avevano fatto irruzione nella sua dimora rinvenendo 17 chili di cannabis. De Benedetto ha sempre sostenuto con vigore di avere sempre usato l’erba per scopi terapeutici in maniera tale da lenire i dolori dovuti alla sua malattia che lo costringe in carrozzina.
Davanti ai microfoni dei cronisti giunti fuori dal tribunale, dove De Benedetto è stato trasportato da un’ambulanza, l’uomo ha ribadito con vigore il fatto di non avere mai usato la sostanza per altri fini se non quelli medici. Secondo il 49enne, la dose di cannabis che il sistema sanitario gli aveva assegnato non bastava a sanare la sua situazione. De Benedetto ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato e la sentenza sul suo caso è attesa ad aprile. Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di +Europa, Riccardo Magi, che si è recato ad Arezzo per esprimere il proprio sostegno all’uomo durante il processo. In un lungo post su Facebook, Magi ha detto di ritenere «criminale» non De Benedetto, ma lo stato accusato di non essere stato in grado di assistere un malato.
© Riproduzione riservata