«Mettere sotto controllo i prezzi dei carburanti non è solo necessario, ma è possibile da subito», ha scritto in una nota Roberto Di Vincenzo, presidente di Fegica, federazione italiana gestori carburanti e affini. Il prezzo del carburante è aumentato del 13 per cento in sei mesi ed «è in grado di produrre un ulteriore effetto domino sui prezzi alla distribuzione di ogni genere e, di conseguenza, sull’inflazione», spiega Di Vincenzo. 

  • Fegica chiede al governo di adottare le misure necessarie per calmierare i prezzi del carburante anche temporaneamente, proprio come è stato fatto per il carobollette. Si tratta di una situazione di emergenza, causata principalmente da manovre speculative: i prezzi alla pompa aumentano per effetto di quotazioni internazionali virtuali. 
  • L’operazione è attuabile in base al provvedimento governativo del 1991, «con cui si avviò la liberalizzazione dei prezzi dei carburanti», che prevede la possibilità di tornare al controllo dei prezzi «nel caso in cui si ravvisino comportamenti e manovre di natura speculativa», si legge nella nota. La federazione denuncia che i prezzi alla pompa non regolati portano guadagno solo a chi commercia carburanti clandestini.
  • Un intervento del governo lo aveva chiesto anche Codacons, l’associazione consumatori, lo scorso 8 febbraio a fronte di un rincaro della benzina del 22,3 per cento in più e del gasolio del 24,3 per cento in più rispetto all’anno scorso.

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