- «Mio figlio, come Regeni, è la meglio gioventù. Voglio verità in nome di tutti i ragazzi che partono per migliorare il mondo e che non tornano». Anna Motta è la mamma di Mario Paciolla, il 33enne napoletano che lavorava per l’Onu e che è stato trovato morto in Colombia a luglio 2020.
- «L’Onu, che dovrebbe garantire i diritti umani, non ha garantito a mio figlio il diritto alla vita, e ha derubricato la sua morte come suicidio», dice la madre di Paciolla. Eppure a quel che risulta a Domani dalla seconda autopsia sono emersi segnali che possono indicare che il ragazzo non si è tolto la vita. «Nella squadra dell’Onu c’è chi sa e tace».
- Oltre al ruolo dell’Onu c’è quello dei governi. Il ministro Di Maio, nonostante le interrogazioni di alcuni deputati, continua a stringere rapporti commerciali e istituzionali più che cordiali con la Colombia. Ecco cosa sappiamo ad oggi, in questa storia di troppi silenzi e verità rinviate.
Caso Paciolla, l’Onu e i governi non hanno fretta di fare luce sulla sua morte
01 dicembre 2021 • 09:48Aggiornato, 01 dicembre 2021 • 11:48