- È passato quasi un anno e mezzo da quando il secondo governo Conte ha consentito la regolarizzazione di colf, badanti e braccianti privi del permesso di soggiorno. Un’ottima idea realizzata purtroppo molto male.
- È stato incluso tra i requisiti per l’accoglimento della domanda l’irragionevole onere per il datore di lavoro (sì, proprio lui e non il lavoratore) di fornire al proprio dipendente un alloggio idoneo, facendosi certificare tale qualità dall’ufficio tecnico del Comune di residenza.
- Per la prima volta nella storia delle regolarizzazioni, il governo non si è rivolto solo ai lavoratori già occupati in nero o almeno assunti al momento stesso della domanda di regolarizzazione, ma ha invece consentito di richiedere la regolarizzazione per un lavoratore non ancora assunto.
Colf e badanti, storie di una regolarizzazione difficile
26 ottobre 2021 • 13:39Aggiornato, 26 ottobre 2021 • 13:40