L'impero immobiliare da 40 milioni di euro appartenenti a Giovanni Pilo è stato messo sotto sequestro dalla Direzione investigativa antimafia (Dia), che ha eseguito un provvedimento della sezione penale e misure di prevenzione del tribunale di Palermo, presieduta dal magistrato Raffaele Malizia, in accoglimento della proposta formulata dal direttore della Dia.
L’imprenditore siciliano, residente nella provincia di Roma, è considerato uno dei costruttori di Cosa nostra negli anni Settanta e Ottanta e uomo d'onore della famiglia di San Lorenzo. Fu condannato a sette anni nel maxiprocesso del 1986 istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per associazione mafiosa, grazie alla testimonianza dei pentiti Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno e Salvatore Anselmo. Pilo, infatti, agli ordini dei corleonesi di Totò Riina fu uno dei protagonisti dell'urbanizzazione selvaggia in Sicilia, il cosiddetto sacco di Palermo.
Gli accertamenti patrimoniali della Dia di Palermo hanno evidenziato una netta sperequazione fra i redditi dichiarati dall'anziano costruttore e dalla sua famiglia rispetto agli investimenti sostenuti e al patrimonio accumulato negli ultimi quarant’anni. La confisca ha infatti colpito beni intestati anche alla coniuge e al figlio, già sottoposti a sequestro dalla Dia nel giugno 2020, e ha interessato una villa, 145 immobili, numerosi terreni tra Palermo, Roma e Trapani, l'intero capitale sociale di 8 società, di cui 5 con il relativo compendio aziendale, 4 polizze assicurative e 5 rapporti bancari.

I rapporti con Cosa nostra

Stando alle dichiarazioni di Buscetta, Contorno e Anselmo durante il maxiprocesso di Palermo, l’affiliazione di Giovanni Pilo ai corleonesi è evidente a partire già dal suo matrimonio. Il palermitano è sposato infatti con Anna Gambino, sorella di Giacomo Gambino detto “u’ tignusu”, capo del mandamento di San Lorenzo e componente della cupola provinciale di Palermo e morto nel 1996. Gambino, stando alle dichiarazioni fatte dai pentiti al processo, era un uomo «pericoloso», che partecipò anche «al matrimonio di Giovanni Grizzani, nipote di Totò Riina». Prima di essere condannato a sette anni, Pilo è stato un sorvegliato speciale nel 1976 e nel 1985.

© Riproduzione riservata