Raddoppiare i tamponi in due mesi, far fare i test ai medici di base e curare le persone a casa loro. È l'obiettivo di Domenico Arcuri, commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, così come riporta il Corriere della Sera.

«Facciamo ormai stabilmente oltre 100mila tamponi molecolari al giorno - spiega Arcuri - e ci stiamo attrezzando per chiudere il gap fra domanda e offerta. Daremo alle regioni molto presto la possibilità di arrivare a 200mila tamponi al giorno. Stiamo chiudendo l'offerta pubblica per i test rapidi antigenici e ne compreremo 10 milioni, non più cinque. Li distribuiremo alle Asl, ma anche nelle scuole, nei porti, negli aeroporti, e ai medici di base».

Fondamentale, secondo il commissario, «rintracciare il virus sempre prima, curare le persone a casa sempre di più», dando a medici di base e pediatri gli strumenti per farlo e chiedendo loro «un coinvolgimento pieno, una ritrovata centralità della medicina di territorio. I medici di base devono poter fare i test nelle case e curare lì il più possibile i malati, visto che ormai i protocolli sono standardizzati. Non serve più portare le persone in ospedale solo perché hanno 38 di febbre».

Per Arcuri è fondamentale, però, distinguere questa seconda ondata del virus con la prima, intanto per una distribuzione più omogenea sul territorio dei contagi e poi per l'origine: «Allora il virus circolava negli ospedali e nelle residenze per anziani; oggi l'80% dei contagi avviene in casa. I ragazzi lo prendono fuori e lo portano in famiglia».

«L'età media dei contagiati era di 70 anni, oggi di 40. Eravamo secondi al mondo per contagiati, l'epicentro dell'Europa. Oggi siamo 16esimi e dietro diversi Paesi europei. Ma non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato, vale per le istituzioni così come per i cittadini».

«È fondamentale che gli italiani mantengano la disciplina dimostrata in primavera e mi pare siano già tornati a praticarla».

© Riproduzione riservata