Esplosione in un bar di San Pietroburgo, in Russia. Nella deflagrazione è rimasto ucciso il noto blogger militare russo, Vladen Tatarsky, il cui vero nome era Maksim Fomin, e più di 30 persone, a quanto riporta il ministero della Salute russo, sono hanno riportato ferite. La principale sospettata nel caso, Darja Trepova, è è stata arrestata e avrebbe confessato.

L'attentato, ha dichiarato il Comitato nazionale antiterroristico della Russia, «è stato pianificato dai servizi speciali dell'Ucraina con il coinvolgimento della Fondazione snti-corruzione (Fbk)», associazione del dissidente russo Alexej Navalnyj.  Secondo l'organismo, Trepova sarebbe «una sostenitrice attiva».

Il socio di Alexey Navalny, Ivan Zhdanov, ha respinto le accuse delle autorità russe: «Ovviamente, non siamo coinvolti», ha detto Ivan Zhdanov su Telegram, aggiungendo che l'accusa è un tentativo di prolungare la pena detentiva di Navalny.

Zhdanov ha detto che sembra che la Russia abbia bisogno «non solo di un nemico assoluto esterno sotto forma dell'Ucraina, ma anche di uno interno sotto forma della squadra di Navalny».

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, parlando ad una conferenza stampa ha detto che «la Russia sta affrontando il regime di Kiev, un regime che sostiene gli attacchi terroristici (...) ed è dietro l’attacco terroristico a San Pietroburgo». Per Peskov il «regime è stato dietro gli omicidi di persone per molti anni dal 2014, motivo per cui l’operazione militare speciale è in corso».

Il portavoce ha aggiunto che il presidente russo Vladimir Putin è stato immediatamente informato dell'incidente. «L’indagine è in una fase attiva, e vediamo passi abbastanza attivi nella detenzione dei sospettati. Dovremmo essere pazienti e aspettare le dichiarazioni dei nostri servizi speciali che lavorano sul caso».

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha detto che la Russia «deve riflettere» su quanto sta accadendo.

La dinamica

Il bar è noto per i raduni dei cosiddetti «soldati digitali», che operano su internet e attraverso i social sostengono la Russia nella guerra in Ucraina. Ieri era stato affittato per un evento privato dal gruppo Cyber Front Z, che si definisce formato da «soldati dell'informazione in Russia».

Sul gruppo telegram la formazione ha scritto che «c'è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza, ma purtroppo non sono state sufficienti. Condoglianze a tutti coloro che conoscevano l'eccellente corrispondente di guerra e nostro amico Vladlen Tatarsky». La notizia è stata confermata dal ministero dell’Interno.

Tatarsky aveva più di 560mila follower su Telegram ed era uno dei blogger militari più influenti del paese. Il notiziario Ria ha raccontato che una bomba era nascosta in una statua presentata al blogger in una scatola come regalo durante un incontro pubblico. Il comitato investigativo statale russo ha dichiarato di aver aperto un’indagine per omicidio.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha subito incolpato l'Ucraina, dicendo che le attività di Tatarsky «gli hanno fatto guadagnare l'odio del regime di Kiev».

Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo russo Wagner i cui mercenari stanno combattendo in Ucraina e famoso anche per la sua attività di influenza sui social, ha detto domenica che «non incolperebbe il regime di Kiev» ma piuttosto un «gruppo di radicali».

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