- Un obbligo vaccinale generalizzato anti Covid-19 – esteso al di là di determinate categorie di lavoratori - sarebbe legittimo, a tutela della salute collettiva, nel rispetto di alcune condizioni, poste dalla Costituzione, nonché dalla Consulta.
- In caso di obbligo, tra le altre cose, servirebbe motivarne proporzionalità, adeguatezza e necessarietà rispetto alla gravità della situazione e alla finalità perseguita. In relazione a tali principi, servirebbe anche definire la durata dell’obbligo stesso.
- Appare priva di fondamento giuridico la proposta di porre a carico di no-vax spese di ricovero, anche sotto forma di ticket maggiorato. Invece, a fronte del mancato assolvimento di un obbligo vaccinale potrebbe imporsi una sanzione pecuniaria, come già avviene per le vaccinazioni obbligatorie dei bambini.
Il green pass, esteso a una serie di attività e servizi dall’ultimo decreto-legge (n. 105/2021), sarà forse previsto anche per altri usi, dai trasporti pubblici ai luoghi di lavoro. In attesa delle prossime decisioni, ci si chiede se un ricorso ancora più ampio a questo strumento non rischi di introdurre surrettiziamente un obbligo di vaccino. E, allora, perché non imporre un obbligo vero e proprio in via generalizzata, al di là di singole categorie di lavoratori? Vanno chiarite le condizioni a



