Nelle stanza del palazzo di giustizia di Roma non c’era nessuno quando è crollato un blocco del soffitto, per la precisione un pezzo del cartongesso del controsoffitto. È stato scoperto questa mattina quando i dipendenti sono entrati all’interno dell’ufficio posto nella palazzina B della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, a Roma.

L’aula è la numero 3 in uso alla prima sezione penale dove prestano servizio dieci giudici, tra questi Albina Fiordalisi, Claudia Nicchi, Giovanna Salvatore, ma anche Alfonso Sabella, già assessore alla Legalità del comune di Roma e per anni cacciatore di latitanti di mafia.

Mancanze strutturali

Non è stato condiviso alcun commento, ma quanto è accaduto è l’amara constatazione di uno stato pietoso degli uffici giudiziari nel distretto della capitale del nostro paese. L’ennesimo incidente, per fortuna senza feriti, che conferma lo stato di salute dell’edificio che ospita la procura della Repubblica e il tribunale. 

Una struttura dove già dall’ingresso, dove ora sono in corso i lavori, si vedono pezzi del soffitto staccati, perdite di acqua dalle tubature che increspano i muri dell’edificio e una lamiera arrugginita che pende. A questo si aggiungono le mancanze strutturali. Le stampanti sono poche e quelle disponibili sono vetuste, spesso non sono funzionanti.  

Nell’aula 1, una delle sedi dove si celebrano i processi, per due anni l’inverno è stato gelido e senza riscaldamento. Da poco è stato riattivato ma si preferisce tenerlo spento perché la macchina è rumorosa e non consente di sentire le parti in dibattimento. 

È un quadro desolante che racconta, come l’immagine dei calcinacci sulla scrivania nella stanza dei giudici, lo stato della giustizia, alla quale negli anni sono state sottratte risorse e fondi. 

Gli altri palazzi

Una condizione comune anche ad altri palazzi di giustizia. Sull’edilizia, l’associazione nazionale magistrati aveva nuovamente lanciato l’allarme, nell’ottobre scorso, presentando un dossier fotografico composto da 500 scatti relativi a più di cinquanta tribunali e procure della Repubblica.

«Quella che emerge da questa “istantanea” è la fotografia di un paese i cui palazzi di giustizia presentano strutture sovente inadeguate e uffici troppo spesso inospitali e, in alcuni casi, persino insalubri: insomma, luoghi di lavoro non dignitosi per quanti vi prestano servizio o anche solo li frequentano come utenti», si leggeva nella presentazione del dossier.

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