Quello che ancora ci manca è qualcosa che funzioni contro i virus in modo analogo a come gli antibiotici funzionano contro i batteri. Molte aspettative si fondano sugli anticorpi monoclonali, cioè su anticorpi prodotti in laboratorio e che una volta somministrati si legano al virus
- All’inizio dell’epidemia, l’umanità ha disperatamente cercato nell’armadietto dei medicinali disponibili qualcosa che potesse essere utile anche contro il nuovo coronavirus, ma non ne ha estratto niente di davvero risolutivo. Abbiamo visto gradualmente tramontare le speranze destate da un farmaco in uso contro la malaria (l’idrossiclorochina), contro l’HIV, contro l’influenza….
- Continua ad essere ritenuto utile ma in modo molto limitato il Remdesivir, che era stato sperimentato contro ebola e l’epatite C.
- Gli anticorpi monoclonali svolgono una funzione analoga a quella che svolgerebbero anticorpi prodotti dall’organismo in risposta a un vaccino.
Il 19 gennaio del 2020 l’esistenza di una infezione dovuta a un nuovo coronavirus era ormai nota, ma il mondo non sembrava preoccuparsene più di tanto. Soprattutto negli Stati Uniti, dove sui giornali teneva banco la discussione sull’impeachment di Donald Trump e qualche attenzione veniva riservata anche ai festeggiamenti per la giornata nazionale del popcorn (ebbene sì: esiste). Del resto allora in occidente le ragioni di immediato timore non sembravano moltissime. A Wuhan si erano registrat



