A Oslo, nonostante la pioggia di medaglie in molti altri sport, la passione per il calcio mantiene una grande robustezza numerica: ci sono 370mila giocatori, di cui quasi un terzo sono donne. Donne che a differenza degli uomini hanno un curriculum da grande potenza, con una vittoria mondiale. Ora ci prova Haaland: in nazionale deve ancora fare qualcosa di storico
Alla Norvegia piace vincere. Pure, soprattutto per sport. Certo la specialità della casa sono le Olimpiadi invernali, che nell’ultima edizione dei Giochi a Pechino nel 2022 hanno visto gli scandinavi arrampicarsi fino al primo posto del medagliere. Una cosa che non può essere spiegata soltanto con latitudine, neve e ghiaccio visto che si tratta di un paese di soli cinque milioni e mezzo di abitanti. Ma la voglia di sport è diffusa, contagiosa, non risparmia niente, pallone compreso.
Nel suo memorabile discorso del 2016 dedicato alla bellezza della differenze, un inno contro ogni razzismo e discriminazione, Re Harald V attraversa anche un pezzo dell’identità sportiva nazionale: «Ai norvegesi piace il calcio, la pallamano, piace arrampicarsi in montagna e navigare…».
Tanto sport, tanti sport
Dunque, ci sono anche i gol. Quelli del divo Erling Haaland, probabilmente il centravanti più forte del mondo, e di Alexander Sorloth, che fabbrica gol per l’Atletico Madrid, quelli che stasera dovrà evitare l’Italia. Un pallone che finora però non ce l’ha mai fatta ad arrivare lassù, magari non in vetta, ma almeno nei suoi pressi. Anche se anche i campi di calcio fanno parte della geografia sportiva come i trampolini per il salto sugli sci o i palazzetti per il ghiaccio.
Su uno di questi rettangoli è cresciuto pure Jo Nesbø, il re dei romanzi gialli: era arrivato con il Molde alla soglia della serie A praticamente da ragazzino, ma un grave infortunio fece fuori tutte le sue aspirazioni. E così il suo calcio s’è rifugiato nelle sue storie da milioni di copie.
Il pallone più vincente è comunque un po’ più piccolo e meno pesante, diciamo un etto e mezzo di differenza, ed è quello della pallamano. A Parigi, alle Olimpiadi, le ragazze hanno addirittura vinto l’oro. E pure l’handball è finito sui libri, l’investigatrice Selma Falck, nata dalla fantasia di Anne Holt, è un’ex campionessa di questo sport, anche se la sua indagine nel romanzo La pista è tutta legata allo sci di fondo, la disciplina mito di questi 386mila chilometri quadrati di territorio. Anche con il suo “fratello” sportivo, il biathlon, che è lo sport più popolare con un seguito di più del 40 per cento della popolazione e che a Pechino 2022 ha portato il poker di successi di Johannes Tingnes Boe.
La Norvegia, però, non è solo una questione sotto zero. Questo è un momento d’oro pure per l’atletica: Jakob Ingebritsen è uno dei mezzofondisti più talentuosi del mondo e nelle cronache più recenti non è arrivato soltanto per le sue medaglie olimpiche, a Parigi quella d’oro sui 5000, ma anche per la sua dolorosa denuncia degli abusi subiti dal padre Gjert.
Karsten Warholm è invece l’ostacolista famoso per il suo allenarsi (anche a torso nudo) a temperature polari. Markus Rooth è stato invece il re del decathlon allo Stade de France. Insomma la Norvegia ha tanto sport e nello sport c’è tanta Norvegia. Ma non solo con le medaglie: un’altra statistica rivela che il 93 per cento dei bambini norvegesi pratica una disciplina. Livelli simili alla non troppo lontana Finlandia, che però è finita in fondo alla classifica nello sport di vertice (a parte l’eccezione hockey ghiaccio).
Avvertimenti calcistici
Dunque manca solo il calcio. Che però ha lanciato tutta una serie di “avvertimenti”, a partire dalle imprese del Bodo Glimt, dal famoso 6-1 alla Roma alla recente eliminazione della Lazio. E che per la verità ha vissuto già un’epoca d’oro, quella degli anni Novanta fino alla clamorosa vittoria contro il Brasile (2-1) nel girone eliminatorio dei Mondiali prima di perdere proprio contro l’Italia grazie a un gol di Christian Vieri negli ottavi. Da allora, 1998, i norvegesi non hanno più raggiunto la fase finale.
Ma a Oslo, nonostante la pioggia di medaglie e la passione per molti sport, la passione per il calcio non ha abdicato e mantiene una grande robustezza numerica: ci sono 370mila giocatori, di cui quasi un terzo sono donne. Donne che a differenza degli uomini hanno un curriculum da grande potenza: una vittoria mondiale, due europee, una olimpica.
Ora ci prova Haaland. Anche suo padre giocò a pallone fino alla nazionale. Fra i due, però, non c’è partita: il figlio ha abbondantemente staccato il padre. Ma in nazionale, dove viaggia è vero poco sotto la media un gol a partita, il biondo centravanti del Manchester City deve ancora fare qualcosa di veramente storico. Stasera sarebbe meglio di no.
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