I reati diminuiscono, la percezione dell’insicurezza no

Tranquilli, non dobbiamo aver paura di uscire di casa. Gli omicidi si sono ridotti, e così le rapine e i furti. L’ossessione della sicurezza, diffusa dalla narrazione mediatica e politica, ha avuto un nuovo sussulto con l’indagine del “Sole 24 ore” su dati ottenuti in esclusiva dal ministero dell’Interno, e con la notizia che gli illeciti, l’anno scorso, sono aumentati dell’1,7 per cento rispetto al 2023. Il Rapporto “Viminale-Sole”, appena pubblicato, ha analizzato il trend 2018-2024. Considerando i reati più gravi, e prendendo invece come base gli ultimi dieci anni, ovvero il periodo 2015-2024, scopriamo una riduzione del 30,5 per cento degli omicidi. Erano stati 469 nel 2015, in base ai dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica, e sono calati a 326 nel 2024, secondo l’aggiornamento completato dal ministero dell’Interno. Quanto ai furti, negli ultimi dieci anni sono scesi del 28,4 per cento, da 1 milione 463 mila a 1 milione e 47 mila, e le rapine del 28,4, dalle 35.068 del 2015 alle 28.574 del 2024. «Senza dati aperti non possiamo comprendere né prevenire la violenza di genere». La campagna che chiede trasparenza Ma anche se, dal confronto decennale, passiamo ai dati più recenti, il quadro è più tranquillizzante di quello che normalmente arriva ai cittadini, e che contribuisce a peggiorare la percezione della sicurezza. Proprio il mese scorso il servizio Analisi Criminale del ministero dell’Interno ha diffuso un dossier sugli omicidi volontari: dal 1° gennaio al 30 settembre 2025, dunque nei primi nove mesi dell’anno, vi è stata una riduzione del 12 per cento (da 255 a 224) rispetto al corrispondente periodo del 2024, e del 24 per cento (da 79 a 60) per le vittime di genere femminile. A livello europeo, del resto, l’Italia è ben posizionata. Secondo Eurostat, la media continentale è di 0,86 omicidi per 100 mila abitanti, mentre noi siamo allo 0,55: solo la Svizzera fa meglio. Anche l’indagine “Sole-Viminale” pubblica un grafico sugli omicidi, constatandone una riduzione del 4,4 per cento dal 2018 al 2024, e una più elevata di recente: ma il dato appare trascurato nella relazione, lo è stato anche dalle agenzie di stampa e non è arrivato ai cittadini: le buone notizie non fanno notizia. Violenza nelle scuole, i metal detector non sono la vera soluzione: il parere dei lettori Su molti altri reati i numeri recentissimi forniti dal ministero dell’Interno contrastano, paradossalmente, con quelli un po’ meno recenti appena pubblicati nella ricerca “Sole-Viminale”. Quest’ultima, ad esempio, rende noto che nell’arco del 2024 i furti in Italia sono aumentati dal 3 per cento rispetto a tutto il 2023, le rapine dell’1,8 per cento, le violenze sessuali del 7,5 per cento. Ma il “Dossier di Ferragosto” del ministero dell’Interno, che considera stavolta il periodo 1° gennaio-31 luglio 2025, fotografa un calo generale di tutti i reati del 9 per cento rispetto ai primi sette mesi del 2024: per i furti una riduzione del 7,7 per cento, per le rapine del 6,7 per cento e per le violenze sessuali la contrazione è addirittura del 17,3 per cento. Sono diminuiti anche gli incidenti stradali mortali, del 4,4 per cento. Certo, il periodo gennaio luglio può rappresentare solo una tendenza. Ma a molti di voi questi dati sembreranno lunari: non ne avete mai sentito parlare. Non una prima pagina, non un titolo di Tg, mentre i commenti politici di queste settimane sottolineano tutti un allarmante aumento di ogni reato. Vi sono senza dubbio motivi di seria riflessione nei numeri forniti dalla Banca dati Interforze del Viminale al “Sole 24 ore”, e ripresi da vari mezzi di comunicazione: la concentrazione delle denunce in alcune grandi città, la crescita di quelle sui minori, la constatazione che per furti, scippi e rapine sei arrestati su dieci siano stranieri. La sicurezza è un affare: così i boss della mala puntano alla cyber sicurezza Ma il quadro va fornito nella sua completezza, e sarebbe bene fare riferimento anche ad altri osservatori internazionali, che non premiano, ma non paiono nemmeno penalizzare troppo il nostro Paese. Così il “Global Peace Index”, pubblicato ogni anno dall’Institute for Economics & Peace, che misura in 163 nazioni del mondo livello di sicurezza, protezione sociale, conflitti interni e internazionali, utilizzando 23 indicatori. Nella classifica stilata per il 2025, l’Italia è al 33° posto. Il Paese più sicuro è l’Islanda, il meno sicuro la Russia, ma anche gli Stati Uniti stanno male (n.128). Meglio di noi Germania (20° posto) e Spagna (25°) ma molto peggio la Francia: settantaquattresima. Se sette donne su dieci, come ha rilevato il Censis, hanno paura di tornare a casa da sole, vuol dire che la percezione la fa da padrona. Raccontare tutto, aiuterebbe a modificarla.