Le atlete e gli atleti come lei sono simili ai beni rifugio. Sai che in qualunque momento puoi contare su di loro e ti aiuteranno a superare i momenti complicati. Così è Diana Bacosi, medaglia d'argento olimpica questa mattina a Tokyo 2020 nello skeet individuale.

È andata a un passo dal secondo oro olimpico, ciò che le avrebbe permesso di bissare il trionfo di Rio de Janeiro 2016. Gliel'ha sfilato in extremis la statunitense Amber English, e certo all'italiana un po' è bruciato. Ma ha fatto presto a ricomporsi e festeggiare. Perché non è vero che l'argento sia soltanto un oro perso. È invece un traguardo raggiunto al termine di gare durissime, specie quando le finali siano non già un confronto fra due sole forze ma fra più concorrenti. In casi del genere lo scarto fra le medaglie di metallo e quella di legno può essere un'inezia, dunque è doveroso tenersi stretta l'affermazione.

Diana conosce bene le regole del saper vincere e non ha fatto una piega. Del resto, è da 17 anni a questa parte che si adorna di allori internazionali. Trovarli, altri atleti e atlete di così lungo corso nel portare a casa medaglie.

Dal 2004 non si ferma

Classe 1983, umbra di Città della Pieve ma cresciuta a Cetona, provincia di Siena, Diana sviluppa da giovanissima la passione per il tiro. Nel corso di un'intervista ha raccontato che è stato il padre Stanislao, appassionato di caccia, a trasmetterle questa attitudine.

La portava con sé al poligono di tiro e un giorno le chiese se volesse provare. Da allora Diana non ha più smesso di sviluppare il talento per l'uso delle armi da tiro. E lo ha trasformato in un valore agonistico che l'ha portata a spiccare come atleta di livello internazionale già nel 2004. Risale a allora la sua prima affermazione internazionale, la medaglia d'argento nello skeet a squadre conquistata durante i mondiali di Nicosia (Cipro). Da quel momento non si è più fermata.

Il primo alloro internazionale è stato conquistato un anno prima che Diana entrasse a far parte dell'esercito, ciò che le ha permesso di associare la carriera militare a quella sportiva. Il suo grado attuale è caporalmaggiore. Per quanto riguarda il palmares internazionale, la varietà è impressionante: 1 oro e 1 argento olimpici; 2 ori e 1 argento mondiali; 4 ori, 4 argenti e 1 bronzo mondiali; 2 ori e 2 argenti ai Giochi europei. A questa lista di medaglie internazionali vanno aggiunte almeno quelle vinte in occasione dei campionati italiani: 1 oro, 2 argenti e 3 bronzi.

Ma come si diceva, sono soprattutto la continuità e la longevità agonistica ai massimi livelli a destare impressione. Diana Bacosi aveva 21 anni quando ha conquistato la prima medaglia in competizione internazionale a Nicosia. L'argento odierno lo ha conquistato all'età di 38 anni, compiuti 13 giorni fa. E fra i due estremi c'è un continuo macinare risultati che dà un'idea di un’eccezionale capacità di resistere ai massimi livelli.

Diana è sempre lì a giocarsi una medaglia. E non importa quale sia il metallo, né che a volte le capiti di rimanere per un soffio fuori dal podio. Ciò che conta è la capacità di essere sempre competitiva ai massimi livelli. È questa la ragione per cui ha accolto senza disappunto l'esito di un oro sfumato all'ultimo istante. L'importante è essere sempre lì, ininterrottamente dal 2004, e promettere di esserci ancora per chissà quanto. Nello skeet Bacosi è una “solita nota”. Ma come sempre succede per le medagliate e i medagliati olimpici, ci se ne ricorda soltanto in occasione dei Giochi.

Credere in se stessa

Dal 2013 Chiara è allenata dal fiorentino Andrea Benelli, nominato quell'anno direttore tecnico della nazionale di tiro dal 2013. Medaglia di bronzo a Atlanta 1996, Benelli vinse l'oro olimpico a Atene nello stesso anno in cui lei conquistava la prima medaglia internazionale a Cipro.

Il ct della nazionale è anche il suo motivatore. In passato ha dichiarato che Diana, nonostante il cumulo di successi, continua a non credere così tanto in se stessa. Forse è proprio questo che le permette di stare sempre sulla corda, in cerca di conferme che soltanto il campo può darle. E quelle conferme arrivano.

Diana, infatti, sta facendo l'abitudine non soltanto ai successi, ma anche alle grandi celebrazioni e alle onorificenze. Nei minuti successivi alla conquista dell'argento di Tokyo il sindaco di Cetona, Roberto Cottini, ha annunciato una grande festa per il ritorno della concittadina medagliata. Si tratterebbe del replay di cinque anni fa, quando Diana tornò da Rio de Janeiro con la medaglia d'oro in valigia. Quel successo le valse anche il Collare d'Oro al merito sportivo. Il campo parla per lei e i riconoscimenti non mancano. Ma tutto ciò non basta per darle completa fiducia in se stessa. Meglio così, se l'insicurezza continuerà a portare medaglie all’Italia.

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