il commento

Dieci anni dal Bataclan, il dovere del ricordo e l’equilibrio (difficile) tra sicurezza e libertà

L’incubo della maledetta notte del 13 novembre 2015. E le sue scorie. Lo stato di emergenza si è protratto a lungo. Per sventare nuovi attentati sono stati investite cifre enormi per creare una rete di informazione colossale, nella quale sono finite molte persone. Ma come si può sorvegliare tutto e tutti senza finire in un incubo orwelliano? Senza minacciare lo stato di diritto?

Davanti alla chiesa di Saint Gervais, alle spalle dell’Hotel de Ville, sorge un piccolo giardino memoriale. Le piante spuntano tra le pietre accanto a uno storico olmo dove gli uccelli fanno il nido. Passeggiando troverete sulle pietre i nomi delle vittime degli attentati del 13 novembre 2015. Quella maledetta notte, 131 persone furono assassinate, centinaia ferite, migliaia traumatizzate. Diversi commando terroristi aprirono contemporaneamente il fuoco con armi da guerra allo Stade de France, n

Per continuare a leggere questo articolo