È ricoverata in gravissime condizioni al Policlino Gemelli di Roma Giovanna Boda, capo del dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Istruzione, che ha tentato il suicidio gettandosi dal secondo piano di un palazzo nel quartiere Prati.

Il movente del gesto sarebbe una perquisizione subita, perché indagata dalla procura di Roma per corruzione in relazione ad alcuni appalti del Miur. Boda è stata diretta collaboratrice di cinque ministri e ora è accusata di corruzione per aver preso, nel corso degli anni, una somma di circa 680mila euro da Federico Bianchi, diventato editore dell’agenzia Dire, in cambio di due affidamenti diretti da 39.950 euro. Gli inquirenti stanno cercando di capire il motivo della sproporzione dei valori tra gli appalti e le presunte tangenti, ma hanno deciso di effettuare immediatamente le perquisizioni perché avevano il presentimento che potesse avvenire un eventuale occultamento delle prove.

I finanzieri romani hanno perquisito oltre l’ufficio e la casa di Boda anche le sedi delle due società di Bianchi destinatarie degli affidamenti e altre due società a lui riconducibili.

«È una persona onesta, attenta agli altri e agli ultimi. Gentile e con la scuola sempre in testa. Non abbiamo una spiegazione per l’inchiesta, ma riusciamo a capire che cosa può aver provato» dicono alcune colleghe di Boda a Repubblica.

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