- Contro ogni previsione il tennista Novak Djokovic è libero e l’Australia, il paese che è stato faro della disciplina militaresca contro il Covid, ha mostrato in queste ore il suo ventre molle.
- È bastato un giocatore di tennis – anche se il più forte del mondo – per mandare in cortocircuito la cosiddetta macchina perfetta del controllo delle frontiere, dei contagi e dei tracciamenti ad personam di cui gli australiani andavano così fieri.
- I legali del tennista hanno insistito sulla regolarità delle procedure di ingresso presentate dal loro assistito. Per il giudice Anthony Kelly Djokovic «non avrebbe potuto fare di più» per mettersi in pari con la normativa e l’ordinanza ha stabilito che è stato effettivamente trattato in maniera scorretta al suo arrivo.
Against all odds, contro ogni previsione, Novak Djokovic è libero e l’Australia, il paese che è stato faro della disciplina militaresca contro il Covid, ha mostrato in queste ore il suo ventre molle, di sistema più formale che non sostanziale, più contorto e fallace che non virtuosamente complesso. È bastato un giocatore di tennis – anche se il più forte del mondo – per mandare in cortocircuito la cosiddetta macchina perfetta del controllo delle frontiere, dei contagi e dei tracciamenti ad pe



