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«Documenti negati», chi ostacola la verità sulla morte di Said

Alessandro Pone
Alessandro Pone

Il giallo della morte di un minore somalo morto all’ospedale di Catania dopo essere stato trasferito dalla nave quarantena Azzurra. Mentre 150 organizzazioni nazionali ed internazionali chiedono con insistenza la fine del sistema delle navi quarantena, nuove ombre si proiettano sul Viminale. 

  • «I medici del reparto mi dissero che non potevano fornirmi la documentazione della nave Azzurra e non sapevano rispondere alla mia domanda in merito al ritardato trasferimento presso una struttura sanitaria». Quanto si legge in un esposto presentato il 16 settembre dall’avvocata Antonia Borrello al tribunale per i minorenni di Catania rischia di proiettare nuove ombre sulla gestione delle navi quarantena per migranti.
  • Ha raccontato la legale a Domani: «Solo il 12 settembre sono stata informata del fatto che il minore era stato trasferito dalla nave al pronto soccorso perché aveva smesso di alimentarsi, aveva difficoltà a reggersi e le sue condizioni peggioravano».
  • Said è il terzo minore migrante morto, in pochi mesi, dopo essere stato ospitato sulle navi quarantena. Prima di lui Abou Diakite, un quindicenne della Costa D’avorio, era deceduto appena dopo essere sbarcato dalla Allegra. E prima ancora, Bilel Ben Masoud, ventiduenne di origine tunisina, si era buttato in mare dalla Moby Zazà. 

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