Nel giro di sei mesi sono crollati due ponti dell'Anas, ad aprile ad Albiano Magra e un mese fa a Lenzino in provincia di Piacenza. Non ci sono stati morti perché, con il traffico al lumicino a causa della Covid-19, in entrambi i casi in quel momento non stava transitando nessuno. Ci sono stati molti disagi però sia da una parte sia dall'altra e continueranno a esserci chissà per quanto tempo. Ma per l'amministratore delegato dell'azienda delle strade, Massimo Simonini, va tutto bene e non c'è da preoccuparsi.

È talmente convinto di essere bravo che si è fatto riconoscere un premio: 90mila euro. Che sommati alla retribuzione normale portano il suo appannaggio annuo a 400mila euro circa, il doppio di quanto gli era stato concesso quando fu nominato amministratore delegato e direttore generale dell'Anas. Era la vigilia di Natale di due anni fa, e i Cinque stelle gli fecero fare in un colpo solo un salto spericolato dalla quarta fila fino al vertice dell'azienda.

Allora a Simonini fu assegnato un compenso fisso da amministratore delegato di 60mila euro a cui fu aggiunta la retribuzione annua da direttore generale di 140mila. Questa virtuosa parsimonia fu esibita dal ministro dei Trasporti di allora, Danilo Toninelli, e dai suoi colleghi Cinque stelle come un gesto anti-casta, prova indiscussa della bontà della scelta, e Simonini fatto passare per un missionario delle strade, uno che accontentandosi faceva sfigurare i suoi predecessori Pietro Ciucci e Gianni Armani a cui erano stati concessi compensi molto più alti. Da allora, però, tante cose sul fronte politico sono cambiate e Simonini si è adeguato.

L’alternativa ai Benetton

L'Anas, invece, non è cambiata granché rispetto ai tempi di Ciucci quando i lavori delle strade non finivano mai e succhiavano miliardi di soldi pubblici, mentre i ponti crollavano a ripetizione. Anche con Armani, il successore di Ciucci, l'Anas non cambiò pelle e non ci fu lo scatto di qualità promesso. Simonini doveva rappresentare la resurrezione dopo un passato di scandali e insuccessi trasformando un carrozzone pubblico in un modello. I Cinque stelle ci hanno creduto al punto da indicare proprio l'Anas come il candidato ideale per prendere il posto dei Benetton per i 3mila chilometri di autostrade Autostrade per l’Italia dopo il crollo del ponte di Genova. L'opzione fu inserita nel decreto Milleproroghe, pronta tutt’oggi a diventare operativo nel caso in cui fallissero le trattative con i Benetton per la cessione di Autostrade.

I molti mali che continuano ad affliggere l'Anas sono stati elencati dal direttore del dipartimento per le infrastrutture dei Trasporti, Antonio Parente, il dirigente ministeriale che aveva il compito di tenere sotto osservazione l'operato dell'azienda delle strade. Parente ha indirizzato una nota molto dura e circostanziata a Simonini: è stato uno dei suoi ultimi atti, Parente è morto il 13 novembre.

Riprendendo le valutazione negative espresse anche dal magistrato della Corte dei conti interno all'Anas, Pino Zingale, il dirigente ministeriale metteva a confronto le condizioni molto critiche dell'azienda con la decisione di concedere a Simonini il premio incentivante (Mbo). Scriveva Parente: «Desta sorpresa rilevare... il riconoscimento a favore dell’ad e direttore generale dell’intero Mbo riguardante la parte variabile della retribuzione… Tale circostanza conferma, in presenza delle innumerevoli criticità evidenziatesi, la non piena coerenza tra gli obiettivi assegnati ai vertici societari… e il riconoscimento delle incentivazioni economiche ad essi legate».

L’inadeguatezza dei controlli

Parente elencava come in una specie di requisitoria le «forti criticità emerse nella gestione aziendale, i fortissimi ritardi manifestatisi negli investimenti, le carenze appalesatesi nel monitoraggio di ponti e viadotti, le osservazioni compiute ed in corso di approfondimento in merito alla qualità dei servizi resi».

In una lettera precedente, inviata sempre a Simonini subito dopo il crollo del ponte di Albiano Magra, lo stesso Parente insisteva in particolare sulle carenze del monitoraggio per ponti e viadotti, cioè proprio di quel settore dell'attività Anas di cui si era occupato Simonini prima di essere catapultato al vertice dell'azienda.

Scriveva Parente: «Per quanto riguarda ponti e viadotti risultano fortemente disattese le chiare indicazioni impartite dal governo e formalizzate nel cosiddetto decreto Genova dopo il crollo del viadotto del Polcevera». Nella lettera il dirigente ministeriale rivelava che all'interno dell'Anas molti sanno perfettamente quanto sia critica la situazione di ponti e viadotti e quanto inadeguati appaiano i controlli: «L'inadeguatezza delle modalità di verifica delle condizioni di ponti e viadotti ricadenti sulla rete in gestione Anas è stata più volte oggetto di attenzioni -anche a seguito degli esiti negativi di uno specifico audit- da parte del Collegio sindacale», cioè l'organo di vigilanza interno.

Secondo la moda ricorrente, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha nominato un commissario per il ponte crollato di Albiano Magra, per capire che cosa è successo, non ripetere gli errori e ricostruire in fretta. E tra i mille che poteva scegliere chi ha scelto? Fulvio Soccodato, il capo di Simonini quando quest'ultimo si occupava di ponti e viadotti.

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