Il mondo della musica italiana piange uno dei suoi dj più conosciuti a livello internazionale. Claudio Coccoluto, originario di Gaeta, è morto nella sua casa di Cassino all’età di 59 anni. Da tempo era affetto da una malattia.

Coccoluto aveva iniziato a fare il dj alla giovanissima età di 13 anni. La sua passione per la musica è nata all’interno del negozio di elettrodomestici del padre, dove ha iniziato a fare i primi passi verso la musica house. L’esordio nella scena musicale è avvenuto nel 1978 a Radio Andromeda, un’emittente privata di Gaeta. Da lì, Coccoluto è riuscito ad affermarsi come uno dei dj più conosciuti a livello italiano e internazionale. Ha suonato in grandi club come il Ministry of sound di Londra e il Sound factory Bar di New York.

Ha lavorato per Radio Deejay con un programma tutto suo in cui suonava dj set in diretta. Ed è proprio dal conduttore radiofonico e televisivo Linus che è venuto un omaggio in diretta nel suo programma radio: «Stamattina avevo pensato che avrei voluto iniziare come un sit-com, parlando degli applausi finti a Sanremo. Ma è arrivata la scomparsa di Claudio Coccoluto, uno dei più apprezzati e storici dj italiani. Si sapeva che stava male da tempo, che negli ultimi giorni si era aggravato. Ma poi quando arriva la notizia ti ferisce. Claudio è stato in qualunque campo, in qualunque mestiere, un fuoriclasse».

La scena romana

Con Giancarlo Battafarano, 25 anni fa, ha fondato il noto locale romano del Goa, ancora attivo nella capitale. «Se ne va il maestro più grande e l’amico di sempre – ha detto Barrafarano – ha dato cultura alla musica nei club come dj e artista fuori dal coro. Sempre pronto a metterci la faccia con i media sia per gli aspetti gioiosi sia per i problemi del nostro settore. Con lui se ne va una parte di me».

L’attivismo durante la pandemia

Durante il lockdown, con la chiusura di locali e discoteche, e con la fine dei concerti live, ha cercato di sensibilizzare sulle difficoltà dei lavoratori del settore. In un’intervista al Corriere della Sera, rilasciata lo scorso maggio, ha detto: «Chi fa clubbing è un volano culturale per i movimenti giovanili, finora l’approccio delle istituzioni è stato riduttivo: sia il governo, sia il Mibact ancora non definiscono un ruolo definitivo per questo comparto, nonostante muova un indotto enorme. La mancanza di interesse e di sussidi crea una condizione pericolosa, i professionisti dovrebbero arrivare vivi a un’ipotetica data di riapertura che nessuno ancora conosce, mentre devono pagare l’affitto, le bollette».

Il comune di Cassino ha annunciato di voler commissionare un murale in suo onore per rendergli omaggio.

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