Easyjet è la prima grande compagnia aerea ad alzare bandiera bianca in Italia per Covid-19 decidendo di ridurre di un quarto la propria flotta, da 36 aerei a 27. Nove velivoli in meno così ripartiti: uno a Milano Malpensa, tre a Napoli e cinque nello scalo di Venezia.

La notizia l'ha data il rappresentante in Italia della compagnia inglese, Lorenzo Lagorio, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella quale lo stesso Lagorio batte cassa con il governo italiano: «Reiteriamo la richiesta di un intervento e l'adozione di misure a sostegno dell'intero settore, che favoriscano la ripresa del traffico aereo e la salvaguardia dell'occupazione».

In Italia i dipendenti che a vario titolo lavorano con Easyjet sono circa 1.500 e la drastica riduzione della flotta quasi sicuramente avrà ripercussioni negative su di loro. Prevedibile che lo stato italiano sia chiamato a intervenire a sostegno del loro reddito con le solite misure previste in questi casi, a cominciare dalla cassa integrazione. Diverso il discorso per quanto riguarda gli interventi diretti dello Stato italiano a favore di Easyjet.

Già oggi i lavoratori di molte società aeree straniere usufruiscono dei benefici della cassa integrazione a cui si aggiungono gli importi a essa collegati del Fondo di solidarietà del trasporto aereo. Perfino aziende grandi e in ottima salute (prima del Covid) come Lufthansa fanno affidamento su questi interventi. La lista comprende Air France, China Southern, Malta Air (collegata a Lufthansa), Klm, American Airlines. Solo la compagnia di bandiera tedesca ha ricevuto di recente un'integrazione per i dipendenti dal Fondo del trasporto aereo di quasi 2 milioni e mezzo di euro.

Una storia ventennale

Easyjet opera in Italia da vent'anni ed è diventata una della compagnie più forti approfittando della perenne crisi di Alitalia. 

Nella graduatoria delle compagnie che trasportano il maggior numero di passeggeri in Italia Easyjet è terza con oltre 19 milioni di passeggeri a un passo dalla seconda, Alitalia con poco più di 21 milioni, mentre in testa alla classifica c'è Ryanair con un volume di oltre 40 milioni di passeggeri.

Negli ultimi tempi Easyjet ha però sofferto molto l'incalzante concorrenza in Italia di un'altra compagnia straniera, Wizzair, e forse anche in considerazione di questo ora si trova in difficoltà. L’irlandese Ryanair ha criticato molto governi europei per gli aiuti riservati esclusivamente alle compagnie nazionali. L'inglese Easyjet messa alle strette dalle innegabili difficoltà causate dalla pandemia a tutte le compagnie aeree del mondo si rivolge direttamente al nostro governo per rivendicare sovvenzioni.

Le compagnie italiane sul mercato sono ormai davvero poche oltre ad Alitalia: Blue Panorama, da alcuni mesi diventata Luke Air, Neos e Air Dolomiti controllata dalla tedesca Lufthansa. Complessivamente hanno 10 mila dipendenti.

Per queste aziende lo Stato italiano ha stanziato nei mesi passati circa 130 milioni di euro perché potessero affrontare gli effetti economici della pandemia. Il governo ha inviato a ottobre la notifica per ottenere l'approvazione del contributo alla commissione europea, che a sua volta ha chiesto al governo italiano ulteriori chiarimenti.

Le tre compagnie italiane alla fine di ottobre hanno rivolto un appello ai ministri dei Trasporti e delle Finanze «affinché tutti i passaggi burocratici necessari all'effettiva attuazione di una misura straordinaria e di emergenza ormai vecchia di cinque mesi vengano svolti con la massima efficacia e rapidità».

La senatrice Giulia Lupo che per i Cinque Stelle segue le vicende del trasporto aereo, in una nota molto polemica nei confronti della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd), ribadisce la necessità che i soldi stanziati vengano fatti arrivare a destinazione anche per evitare che continuino a piovere sul governo richieste di «stanziamenti di copiosi fondi, ognuno pro domo sua senza una visione».

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