Era un effetto già scritto, ma i numeri ufficiali non sono meno preoccupanti. Il coronavirus affossa le assunzioni in un calo a doppia cifra nei mesi caratterizzati dal lockdown. E mentre i sindacati segnalano che, senza misure di sostegno al mercato del lavoro, i numeri potrebbero continuare a crescere, l'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) segnala un boom delle ore di cassa integrazione. A settembre infatti sono state autorizzate 254,9 milioni di ore di Cig, in aumento del 1.214,9 per cento rispetto allo scorso anno. Di queste, il 98 per cento prevede la causale “emergenza sanitaria Covid-19”.

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro del settore privato nei primi sette mesi del 2020 non raggiungono quota 3 milioni. Per la precisione, segnala l'Inps, si fermano a quota 2.919.000. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione è stata molto forte, pari al 38 per cento. È l'effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e delle conseguenti restrizioni - obbligo di chiusura delle attività non essenziali - nonché della più generale caduta della produzione e dei consumi.

Nell'aggiornamento del suo Osservatorio sul Precariato, l'Inps chiarisce inoltre che la «contrazione, particolarmente negativa nel mese di aprile (-83 per cento), risulta progressivamente attenuarsi fino a luglio (-20 per cento)». Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però «particolarmente accentuato» per le assunzioni con contratti di lavoro a termine: intermittenti, somministrati, a tempo determinato.

A conferma delle difficoltà del mercato del lavoro - e della necessità, soprattutto, di misure di supporto - l'Inps segnala ancora che nel periodo dal 1 aprile al 30 settembre 2020 sono state autorizzate per emergenza sanitaria 3.058,1 milioni di ore di cassa integrazione guadagni. Di queste, 1.475,9 milioni rappresentano Cig ordinaria, 988,2 milioni per l'assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 594,0 milioni di Cig in deroga. Per il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, «se il tasso di occupazione è calato ma non crollato lo si deve ai provvedimenti sulla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti che, oltre ad aver garantito milioni di lavoratori, hanno rappresentato anche un sostegno ai consumi».

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