- La richiesta di Eni a Domani di pagare 100mila euro entro una settimana, prima ancora di un’azione civile per diffamazioni tutte da dimostrare, è un problema di tutti.
- Eni non ha nulla da obiettare quando a scrivere del processo Eni sono i giornali che portano elementi utili a sostenere le posizioni dell’azienda. Ma chi non si allinea viene prima redarguito, poi sommerso di richieste di rettifica e infine passa agli avvocati.
- È vero che lo stato detiene un 30 per cento di Eni. Ma il 48 per cento del capitale è in mano a investitori internazionali. È a loro che mi rivolgo: ma davvero vi va bene questo uso delle risorse e della reputazione aziendale?
«Capisco la rabbia, ma dobbiamo leggere dei vostri problemi giudiziari in prima pagina?», chiede un utente su Twitter. La risposta è sì. Perché la richiesta di Eni a Domani di pagare 100mila euro entro una settimana, prima ancora di un’azione civile per diffamazioni tutte da dimostrare, è un problema di tutti. Il punto è semplice: a Milano l’Eni è stata assolta in un processo per corruzione internazionale che ha avuto per anni una enorme rilevanza pubblica, e il cui esito ha contribuito a spa



