Il preallarme corrisponde all’ “alta probabilità di accadimento imminente”. È «pericoloso avvicinarsi, sostare o transitare in prossimità dei crateri sommitali, delle bocche eruttive attive»
Il dipartimento regionale della protezione civile siciliana ha comunicato che la fase operativa per l’Etna è passata dal livello di “attenzione” a quella di “preallarme”, cioè di “alta probabilità di accadimento imminente”.
Per le aree sommitali valgono, per quanto oggi applicabili, le prescrizioni contenute nelle “Procedure di allertamento Rischio Vulcanico e modalità di fruizione per la zona sommitale del Vulcano Etna” del 2013, si legge nella comunicazione, in cui si aggiunge che “i sindaci dei Comuni sommitali e gli altri Enti ai quali la presente è inoltrata, sono invitati ad attivare le misure discendenti dalle procedure precedentemente richiamate, con particola riferimento a:- interdizioni delle aree interessate;- mantenersi informati sull’evoluzione delle fenomenologie in corso;- attivazione del COC (Centro operativo comunale ndr.) e delle locali OO.d.V. (Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile ndr.) nonché delle procedure previste dal vigente Piano comunale" di Protezione civile.
Criticità moderata
Nel documento del 2013 si legge che il preallarme corrisponde alla pericolosità moderata, il secondo dei tre livelli che portano alla criticità: «Fase eruttiva in corso caratterizzata da effusioni laviche (dai crateri sommitali o da altre bocche eruttive) e/o attività esplosiva con lancio di prodotti piroclastici nei dintorni dei crateri sommitali e delle bocche medesime e/o periodiche emissioni di ceneri con eventuale formazione di pennacchi, generalmente poco concentrati, che normalmente si disperdono a breve distanza dal centro di emissione».
Per questo «è pericoloso avvicinarsi, sostare o transitare in prossimità dei crateri sommitali, delle bocche eruttive attive, di zone fratturate e delle colate laviche (anche se apparentemente in raffreddamento) per il possibile crollo e franamento di limitate porzioni di roccia dai fianchi dei crateri, per il possibile lancio di prodotti piroclastici, per l’esposizione a gas magmatici potenzialmente dannosi, per il possibile cedimento di limitate porzioni di suolo, per il possibile distacco improvviso di blocchi incandescenti dalle colate laviche o per esplosioni causate dal contatto fra lava e acqua o neve».
Nonostante il preallarme, l’aeroporto di Catania, che aveva aperto di nuovo a Ferragosto, risulta ancora attivo, anche se con ritardi e disagi. Il giorno prima, riporta la Sicilia, erano stati cancellati tutti i voli in partenza da Catania mentre quelli in arrivo non cancellati sono stati dirottati su Trapani, Comiso e Palermo.
L’istituto di vulcanologia
L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) - Osservatorio etneo comunica che nel corso delle ultime ore l’ampiezza media del tremore vulcanico è stata caratterizzata da ampie oscillazioni dei suoi valori mantenendosi fino alle 15 di ieri circa sempre nell'intervallo dei valori medi.
Nelle ultime ore, si legge nell'ultima nota dell'Ingv sull'Etna, tali oscillazioni sono diventate ancora più ampie e in brevi momenti l'ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto l'intervallo dei valori alti. Allo stato attuale l’ampiezza media rientra nell’intervallo dei valori medi.
I centroidi delle sorgenti del tremore vulcanico nell'arco della giornata hanno interessato gran parte dell'area sommitale, spaziando tra il cratere Sudest e un’area ad est dei crateri Centrali. Le profondità interessate ricoprono un ampio intervallo crostale, compreso tra 1.700 e 2.900 metri sopra il livello del mare. Riguardo all'attività infrasonica dalle 17 circa di ieri si registra una modesta sua ripresa, mostrando parimenti al tremore periodi più o meno intensi. Le sorgenti sono principalmente ubicate in corrispondenza del cratere Bocca Nuova. I segnali delle reti di deformazione non mostrano variazioni significative.
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