Sul sito della Commissione europea, tra i testi oggetto di consultazione pubblica, qualche giorno fa è stata pubblicata una proposta del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento europeo di Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (n. 2018/1727). A seguito dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, la proposta attribuisce a Eurojust nuovi compiti riguardanti «la raccolta, la conservazione e l'analisi delle prove relative a genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra».

Eurojust

Eurojust è stata istituita nel 2002 al fine di «stimolare e migliorare il coordinamento delle indagini e azioni penali tra le autorità giudiziarie competenti degli Stati membri dell'Unione europea nella lotta alle forme gravi di criminalità organizzata e transfrontaliera», come si legge sul sito istituzionale.

L’Agenzia fornisce assistenza a seguito delle richieste delle autorità dei singoli Stati, sostenendo queste ultime «per migliorare l'efficacia delle indagini e azioni penali», e offre supporto per l’organizzazione tra autorità giudiziarie e autorità di polizia dei vari Paesi, al fine di contribuire a risolvere questioni di natura giuridica e problemi pratici. Eurojust può – tra le altre cose - chiedere «alle autorità nazionali competenti di avviare un'indagine o azione penale per atti specifici» o «istituire una squadra investigativa comune». Eurojust coopera anche con la Rete giudiziaria europea, Europol (Ufficio europeo di polizia) e l'OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode).

In sintesi – come si legge nell’ultima Relazione annuale del componente per l’Italia di Eurojust – l’organismo «ha trasformato la transnazionalità, da ostacolo per le autorità nazionali, a nuova opportunità, facilitando gli scambi informativi, migliorando le procedure di cooperazione e rafforzando la risposta giudiziaria alle forme diffuse di criminalità organizzata ed al terrorismo internazionale».

La proposta di regolamento

La proposta di modifica al regolamento Eurojust prevede misure tese a consentire all’Agenzia di «raggiungere il suo obiettivo chiave di sostenere e rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali inquirenti e giudiziarie» anche in relazione al genocidio, ai crimini contro l'umanità e ai crimini di guerra, reati che rientrano nelle competenze dell’organismo (allegato 1 al regolamento Eurojust). Al riguardo, si fa presente che Eurojust supporta un’unità investigativa congiunta sui crimini internazionali commessi in Ucraina, cui partecipano Lituania, Polonia e la stessa Ucraina. Anche il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Ahmad Khan, partecipa all’unità.

Nella relazione alla proposta si legge che vari Paesi «stanno raccogliendo prove dei crimini internazionali che potrebbero essere stati commessi in Ucraina. A causa delle ostilità in corso, le prove non possono essere conservate in modo sicuro in Ucraina». Di conseguenza, l’Unione europea vuole garantire un posto di stoccaggio, ove siano custodite «le prove raccolte da agenzie e organismi dell'Unione, nonché da autorità nazionali e internazionali o terzi, come le organizzazioni della società civile».

Occorre, pertanto, modificare l’attuale regolamento al fine di consentire a Eurojust di svolgere ogni attività necessaria a preservare e analizzare tali prove «e, quando necessario e appropriato, di consentirne lo scambio o altrimenti metterle a disposizione delle autorità giudiziarie competenti, nazionali o internazionali». Queste nuove funzioni non attribuiscono comunque a Eurojust il ruolo di «autorità investigativa».

I dati personali

«Prove fondamentali sui principali crimini internazionali sono solitamente disponibili sotto forma, tra l’altro, di registrazioni audio, video e fotografie». Ma al momento Eurojust non potrebbe trattare i dati personali che si evincerebbero da tali prove, non essendo gli stessi previsti dal regolamento istitutivo (allegato II). Pertanto, la proposta normativa legittima l’Agenzia a effettuare trattamenti di dati riguardanti anche «video e registrazioni audio, nonché immagini satellitari e qualsiasi fotografia pertinente», al fine di permettere alle autorità giudiziarie nazionali e internazionali di beneficiare del sostegno di Eurojust nelle indagini in corso sui crimini commessi nel contesto dell'aggressione contro l'Ucraina.

Inoltre, si prevede «l'istituzione di un impianto automatizzato di gestione e archiviazione dei dati», il cui trattamento - come dati sensibili - «deve rispettare i più elevati standard di protezione dei dati e sicurezza informatica». La proposta richiede, inoltre, che Eurojust consulti preventivamente il Garante europeo per la protezione dei dati, tra l’altro, con riguardo alle operazioni di trattamento previste, la valutazione dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati, le misure necessarie per affrontare tali rischi, i meccanismi di salvaguardia e di sicurezza per la tutela dei dati personali.

Le modifiche regolamentari in discussione si inseriscono nell’ambito della reazione dell'UE alla guerra in corso (pacchetti di sanzioni alla Russia, aiuti umanitari all’Ucraina ecc.) e mirano a «garantire che l'Unione sia dotata di strumenti adeguati ad affrontare, nel pieno rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, le conseguenze dell'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina», compreso quanto serve ad accertare «la responsabilità penale per crimini internazionali fondamentali commessi nel contesto del conflitto». Dunque, è importante che la proposta in consultazione sia adottata quanto prima, affinché anche per i profili considerati l’Unione europea possa fare la propria parte.

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