Una gara da semifinale ma piazzata in chiusura della prima giornata dei gironi eliminatori degli Europei 2021. Dici Francia-Germania e si spalanca un orizzonte di immaginario che parte dal calcio, fa il giro attraverso l'intera storia europea e l'intreccio politico-economico della globalizzazione, e infine ritorna su un campo verde. Non uno qualsiasi, ma quello del Ramón Sanchez Pizjuan di Siviglia. Una torrida notte di luglio 1982, giusto un'altra semifinale. Perché c'è questo, di bello, tra francesi e tedeschi: che spesso si ritrovano in semifinale.

Accadde a Messico 1986, quando la Francia arrivava da favorita dopo aver piegato il Brasile ai rigori in coda a uno spettacoloso quarto di finale, e invece a Guadalajara la pragmatica Germania Ovest la schiacciò con un 2-0 privo di ombre (reti di Andreas Brehme e Rudi Völler). Ed è successo di nuovo nell'ultima edizione dell'Europeo, con esito rovesciato: 2-0 per i francesi al Velodrome di Marsiglia con doppietta di Antoine Griezmann.

In finale mai. Come se fosse un destino quello di evitare lo scontro al vertice e a meno che si tratti di terzo e quarto posto, come ai Mondiali svedesi del 1958 quando la Francia trascinata dal recordman Just Fontaine (13 gol in quell'edizione e ben 4 rifilati ai tedeschi) si impose con un eclatante 6-3. Per questo la notte di Siviglia rimane nella memoria e nel racconto epico dei confronti calcistici tra francesi e tedeschi.

L'epica sconfitta

Suonerà strano celebrare una sconfitta, per di più arrivata in modo così bruciante. Eppure i francesi sono molto affezionati al ricordo di quell’8 luglio 1982. Non mancano occasione per celebrarne il ricordo e c'è da scommettere che fra un anno ne commemoreranno il quarantennale. Per loro è la nuit de Séville, quella che permise di recuperare una grandeur calcistica schiacciata dopo 16 anni di frustrazioni: prima due mancate qualificazioni mondiali (Messico 1970 e Germania Ovest 1974), poi l'eliminazione immediata da Argentina 1978 per mano della nazionale di casa e della prima Italia di Enzo Bearzot.

Anche quel mondiale era iniziato non bene, con una sonora sconfitta (3-1) contro l'Inghilterra. Si può dire che fino a quel momento, dopo essere giunta in semifinale vincendo un facile gironcino di secondo turno contro Austria e Irlanda del Nord, il momento più significativo del mondiale fosse stato per i francesi quello avvenuto durante Francia-Kuwait (4-1) del girone eliminatorio, quando lo sceicco Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah (che rimarrà ucciso il 2 agosto 1990, giorno dell'invasione dell'Emirato da parte delle truppe irachene di Saddam Hussein) scese in campo per imporre all'arbitro jugoslavo Miroslav Śtupar l'annullamento di un gol di Alain Giresse.

La gara contro la Germania Ovest, campione del mondo otto anni prima e campione d'Europa in carica, pareva presentare un grado di difficoltà troppo grande per una squadra ancora in crescita come quella guidata da Michel Hidalgo. E invece il campo disse qualcosa di diverso. Vantaggio tedesco dopo 18 minuti con Littbarski, pareggio francese 8 minuti dopo con rigore di Platini e avanti così fino al 90'. Poi i supplementari e lì accade l'inatteso: francesi che si portano sul 3-1 al 99' con gol di Tresor e Giresse. A poco più di 21 minuti di gioco c'è una finale mondiale su cui alla vigilia nessuno avrebbe scommesso un franco.

Ma gli avversari sono i tedeschi. Che non mollano mai e segnano due volte al 103' con Rummenigge e al 108' con Fischer. Si va ai rigori e vince la Germania Ovest 5-4, ma per il calcio francese quella notte è l'avvio della scalata ai vertici del calcio mondiale. Anche le sconfitte possono essere epiche.

Da una targa all'altra

I tedeschi l'hanno già avuta, la loro sconfitta epica: Italia-Germania Ovest 4-3 a Messico ‘70. E la commemorano come i francesi commemorano la nacht von Seville (diciamolo in tedesco). Però quella targa allo stadio Azteca di Città del Messico pesa un po'. Non è comodo stare dalla parte sbagliata dell'epica, quella di chi ricorda la sconfitta. E inoltre, a proposito di targhe che vengono poste sulle mura degli stadi per commemorare partite storiche, negli anni a seguire qualcuno ne sistemerà una (provvisoria) intorno al Molinón, lo stadio di Gijon dove era andato in scena l'orrendo biscottone della partita contro l'Austria, ultima del girone eliminatorio. Con l'esito di 1-0 per i tedeschi sarebbero passate entrambe a scapito dell'Algeria, e 1-0 fu con gol immediato di Hrubesch seguito da oltre 80 minuti di melina che provocò la più vasta pañolada (gesto di protesta tipico delle platee spagnole che consiste nello sventolare un fazzoletto) nella storia del calcio.

La nazionale allenata da Jupp Derwall si porta addosso questo stigma quando arriva alla semifinale coi francesi. E l'antipatia si eleva ulteriormente a causa del folle intervento in uscita del portiere Harald 'Toni' Schumacher che manda in ospedale il terzino francese Patrick Battiston. Schumacher non fa una piega, scontroso quasi quanto il compagno Ulrich Stielike. Nei giorni successivi il portiere tedesco sarà al centro di un'altra polemica per non avere salutato il presidente della repubblica italiana Sandro Pertini sul palco delle premiazioni del Santiago Bernabeu, dopo la finale contro l'Italia. Ma comunque in quella notte di Siviglia è decisivo quando si tratta di affrontare la serie dei rigori. Anche grazie a lui, a differenza che in Italia-Germania 4-3, i tedeschi a Siviglia si sono ritrovati dalla parte giusta dell'epica.

E stasera?

Stasera è soltanto una partita di girone eliminatorio. Fra due squadre che prima o poi dovranno pur ritrovarsi in finale, almeno per vedere che effetto fa. Resta il fatto che Francia-Germania non sarà mai una partita qualsiasi. Altrettanto assodato che difficilmente ci sarà un altro Francia-Germania come quello di Siviglia 1982.

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