Il primo processo al tesoriere della Lega è cominciato. L’accusa è finanziamento illecito ai partiti. Rimandato lo scorso luglio, quando ancora il tribunale di Milano era in fase di gestione del blocco dell'attività dopo la prima, drammatica, ondata Covid, il processo per «illecito finanziamento di partito» al tesoriere della Lega Giulio Centemero è partito oggi davanti all'undicesima sezione del tribunale di Milano. 

Un udienza che sancisce, agli occhi di tutti, il passaggio alla qualifica di imputato in capo all'onorevole del Carroccio, sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio per il medesimo reato anche a Roma. L'udienza di oggi, però, non ha offerto spunti particolari e bisognerà attendere il prossimo 11 marzo per entrare nel vivo.

Mr Esselunga e la Lega di Salvini

Questo procedimento arriva monco in aula per la scomparsa dell'altro indagato, l'ex patron della catena di supermercati Esselunga, Bernardo Caprotti, che è deceduto nel settembre del 2016. Secondo l'accusa, portata avanti dai pm Stefano Civardi e Gianluca Prisco, fu Caprotti a concordare con Centemero un finanziamento da 40 mila euro, messo a disposizione tra il 2015 e il 2016 per sostenere l'attività della associazione Più Voci, fondata da Centemero e dai commercialisti del partito (poi arrestati per altre inchieste sui fondi della Lega).

I soldi, però, avrebbero preso un altra strada, secondo gli inquirenti, finendo a Radio Padania che doveva essere sostenuta in quel momento, in quanto a corto di liquidità. A Roma, invece, il denaro sarebbe stato fornito dall'imprenditore Luca Parnasi: 250 mila euro sempre da far passare attraverso la Più Voci, una sorta di collettore di denaro privato che gli inquirenti sospettano non sia stato utilizzato per gli scopi statutari. 

Le altre inchieste

Procedimenti penali a parte, che dovranno far luce sulle reali destinazioni del denaro raccolto da Più Voci, il nome di Centemero è balzato spesso agli onori delle cronache in questi ultimi mesi, associato molte volte ai commercialisti della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni di cui è socio nello studio di commercialisti bergamasco di via XX settembre insieme a Stefano Borghesi, altro politico leghista eletto in Senato.

Manzoni e Di Rubba, com'è noto, sono gli indagati eccellenti della procura di Milano con l'accusa di peculato nella compravendita di un capannone a Cormano che sarebbe servito come nuova sede della fondazione pubblica Lombardia film commission.

Quest'indagine, però, sta spaziando su tutta l'attività e i tanti legami dei due commercialisti che hanno controllato i conti dei gruppi di Camera e Senato del partito fino al loro arresto, anche mettendo a fattor comune le evidenze raccolte finora dai pm di Genova che indagano da anni sulla scomparsa dei famosi 49 milioni di euro di rimborsi elettorali illegittimi.

Centemero non risulta essere indagato in nessuna delle due inchieste, ma sono molte le segnalazioni di operazioni sospette evidenziate dall'antiriciclaggio di Banca d'Italia che lo riguardano. Una di queste, agli atti della procura di Milano, unisce Radio Padania, oggetto del processo odierno, alla Sdc, una società che è stata creata nel febbraio del 2018 con capitale sociale versato dallo studio di Di Rubba e Manzoni, che ha ricevuto denaro anche dalla radio leghista, pari a ben 368mila euro.

Sdc ha speso i soldi per saldare fatture emesse da Di Rubba, Manzoni e dal tesoriere del partito, Centemero. In particolare Centemero ha incassato dalla società 61mila euro, l’ultimo bonifico ricevuto risale a sei mesi prima dell’affare Lombardia film commission.

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