Flotilla, la fame, il diritto, l’umanità. Il blocco navale è illegale

La Global Sumud Flotilla, in viaggio verso Gaza, ha riacceso l’attenzione verso il blocco navale imposto da Israele nel 2007 dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni a Gaza. Ma il blocco di Israele è legale ai sensi del diritto internazionale? Può Israele legittimamente fermare la Flotilla? Le risposte a queste domande sono complesse. In breve: no, il blocco è illegale e Israele non può legittimamente fermare la Flotilla, ma è necessario spiegare perché ai sensi del diritto internazionale. Il blocco navale, in senso tecnico, è un mezzo di condotta delle ostilità volto a strangolare il commercio col nemico al fine da piegarne l’economia e costringerlo alla resa. Il blocco navale è un mezzo di combattimento antico, quasi antiquato. Prima del secondo conflitto mondiale, un blocco era legittimo se effettivo (cioè mantenuto in funzione con la forza), se la sua creazione era comunicata ai terzi, e se avesse limitato l’ingresso al territorio sotto blocco di tutte le navi indiscriminatamente. La Flotilla a poche miglia dalla zona rossa. Crosetto: «Spero vengano solo arrestati» Nel 2010, un gruppo di esperti istituito dal segretario generale dell’Onu ha concluso che, in principio, il blocco navale di Israele alla Striscia di Gaza, giustificato con la necessità di non far giungere armi ad Hamas, non è di per sé illegittimo, perché rispetta i tradizionali criteri di effettività, pubblicità, e imparzialità. Tale conclusione non convince per una serie di ragioni, anche alla luce delle mutate condizioni della Striscia di Gaza dal 2010 a oggi. Prima di tutto, tradizionalmente il blocco navale può essere imposto soltanto contro uno Stato nemico che sia in controllo di una porzione di territorio. Israele, però, non riconosce alcuna statualità alla Palestina e, quindi, in teoria, non potrebbe imporre alcun blocco. Inoltre, Hamas, ai sensi del diritto internazionale, non ha il controllo ultimo della Striscia di Gaza, che per il diritto internazionale è rimasto territorio occupato da Israele (benché dall’esterno), anche dopo il ritiro delle truppe di Tel Aviv nel 2005, come chiarito dalla Corte internazionale di giustizia nel 2024. Coraggio, tenacia e politica: cosa insegna la Flotilla a destra e sinistra In secondo luogo, la codificazione del diritto internazionale umanitario successiva alla seconda guerra mondiale ha apportato nuove regole ad ogni mezzo di condotta delle ostilità, blocco navale incluso. È oggi pacifico che un blocco navale è illegale se finalizzato a ridurre alla fame il nemico e se il danno alla popolazione civile è eccessivo rispetto al vantaggio militare derivante dall’imposizione del blocco navale (principio di proporzionalità). In relazione a Gaza, è sotto gli occhi di tutti che il blocco navale viola entrambe queste norme, soprattutto se considerato insieme al blocco di terra imposto da Israele. Nel 2010, il gruppo di esperti istituito dal segretario generale ha deliberatamente evitato di considerate il blocco navale israeliano alla luce della situazione generale della Striscia di Gaza. Se, però, si considerano insieme blocco navale e blocco terreste, appare evidente che la drammatica e deliberata riduzione alla fame dell’intera popolazione civile della Striscia di Gaza è sia l’obiettivo del blocco che un effetto sproporzionato rispetto alla necessità di non far giungere armi ad Hamas. In terzo luogo, bisogna ricordare che la Global Sumud Flotilla porta aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, non armamenti. Il fine politico di attirare l’attenzione della società civile sulle disumane condizioni della popolazione palestinese non fa venire meno la sua natura umanitaria. Nel 2024, la Corte internazionale di giustizia ha emesso un’ordinanza vincolante contro Israele nella quale si impone al governo di Tel Aviv di adottare misure immediate ed effettive per permettere assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza. Appare incontrovertibile che impedire alla Global Sumud Flotilla di giungere a Gaza con i suoi aiuti violi apertamente anche quest’obbligo. Israele contro la Flotilla: «Al servizio di Hamas». L’allarme di Crosetto Per il diritto internazionale, come ricostruito dalla Corte internazionale di giustizia, l’occupazione israeliana della Palestina, inclusa Gaza, è illegittima e deve terminare. Invocare l’antica disciplina del blocco navale non basta a rendere legittima una misura che affama la popolazione di Gaza. È anzi, in molti casi, un esercizio di malafede, volto a cercare di difendere misure per le quali la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti di Netanyahu e Gallant. Mattarella risconosce il valore umanitario della Flotilla: prosegue il dialogo con Zuppi e Pizzaballa Marco Longobardo è professore associato in Diritto Internazionale, Università di Westminster, Londra