il “modello” lazio

Così la burocrazia respinge i migranti accolti dai volontari

  • A Formia, nel golfo di Gaeta, la villa confiscata con piscina e vista sul mare all’ex vice sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Nicola Di Muro, è da qualche tempo diventata "La casa giusta", un modello di accoglienza per donne straniere vittime di tratta e per famiglie vulnerabili.
  • «Esperienze come quelle de “La Casa Giusta” sono quasi come una mosca bianca nel panorama italiano, perché il meccanismo di assegnazione dei beni confiscati rimane molto farraginoso», racconta a Domani Emanuele Petrella, volto storico dell’accoglienza a richiedenti asilo e rifugiati a Roma che nel quartiere di Montesacro con la coop Idea Prisma ‘82 coordina le attività dello Sprar Well-c-Home. 
  • E tuttavia le storie dei cittadini stranieri che abitano nella Regione Lazio non solo soltanto a lieto fine. Anzi. C’è chi, quasi quotidianamente, subisce la violenza istituzionale, gli effetti delle prassi respingenti attuate dagli uffici anagrafici di Roma, per esempio.   

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