«È una decisione giusta che pone rimedio ad un errore clamoroso» dice l’ex senatore Roberto Formigoni all’Adnkronos. «Ero convinto del mio diritto – aggiunge – per cui ringrazio che si sia posto rimedio a questo errore, non solo nei miei confronti, ma anche di tanti altri».

L’ex governatore della regione Lombardia (dal 1995 al 2013) si riferisce alla percezione del suo vitalizio di sette mila euro mensili che gli era stato sospeso nel 2019 in seguito alla sua condanna definitiva per corruzione nel caso dei fondi Maugeri.

Secondo gli inquirenti, infatti, Formigoni aveva ottenuto tangenti in cambio di una serie di concessioni alla Fondazione Maugeri e all’ospedale San Raffaele di Milano approvate dalla sua giunta. Inoltre, il 17 settembre 2019 la Corte dei Conti lombarda ha condannato l’ex presidente della regione insieme agli altri imputati coinvolti nel caso a un risarcimento di 47,5 milioni di euro a favore della regione.

La concessione del vitalizio

Dopo qualche mese nel carcere di Bollate, il Tribunale di sorveglianza ha concesso a Formigoni di scontare la pena a casa già da luglio del 2019 e ora si aggiunge un’altra bella la notizia per l’ex senatore. La commissione contenziosa che ha deciso sul caso è presieduta da Giacomo Caliendo di Forza Italia, e avrebbe accolto il ricorso presentato da Formigoni, il quale ha dichiarato di vivere in uno stato di indigenza da maggio dello scorso anno, in base a una legge del 2019.

Secondo la normativa sono esclusi i pagamenti dei trattamenti previdenziali solo a chi è condannato in via definitiva ma è latitante o evaso, o a chi ha reati di stampo mafioso o terroristico. Tuttavia la legge Grasso-Boldrini non prevede deroghe per chi è in difficoltà economiche o in malattia.

Infatti, oltre al vitalizio per Formigoni è stato approvato anche quello per l’ex presidente dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, condannato nel 2018 dalla Cassazione per induzione indebita per il caso sanitopoli che ha coinvolto la sanità abruzzese.

Del Turco, come rivelato dal Fatto quotidiano, è malato ma non versa in condizioni di difficoltà economica: il suo Isee ammonta a oltre 137mila euro e già riceve la pensione da sindacalista. Senza contare che ha un reddito di 92mila euro e circa 65mila euro nel suo conto in banca.

Le reazioni sui social

Su Twitter sono centinaia i tweet di commento alla notizia pubblicati.

 

A questi si aggiungono anche di alcune figure politiche tra cui l’esponente dei Cinque stelle Paola Taverna:

Anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, tiene a dire la sua.

Insomma, anche ai condannati si continuano a elargire i privilegi della casta.

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