Al civico 801 sulla via Tiberina a Roma c’è un casale ormai abbandonato che custodisce un pezzo di storia della destra neofascista. La sterpaglia copre il cancello di ingresso di questa villa occupata nei primi anni Duemila per realizzare il primo centro sociale neofascista: Casamontag, il marchio che ha reso celebre quell’esperienza.

L’ultima volta che il cancello coperto dei rovi è stato varcato era il 2014: i neofascisti di Forza Nuova avevano adibito la villa disabitata a tribunale fascista per punire un camerata ritenuto inaffidabile, colpevole di assumere droghe e di aver abusato di una ragazza del movimento. I capi gli spararono due colpi di avvertimento sfiorandogli l’orecchio.

Nello stesso periodo era già registrata presso quel casale abbandonato la società Opera Caffè, chiusa solo a marzo 2021: tra i soci Alessandro Fiore, rappresentante dell’associazione Pro-Vita dei conservatori cattolici, ma soprattutto figlio di Roberto Fiore, fondatore di Forza Nuova e ideologo di Terza Posizione, il gruppo neofascista che ha segnato la lotta politica alla fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. Fiore senior è fuggito a Londra nel 1981, condannato per associazione sovversiva e banda armata, non ha mai scontato la pena. È rientrato in Italia da uomo libero, la sentenza mai eseguita è stata prescritta.

Da via Tiberina 801, direttrice nord della capitale, inizia questa storia di milioni e misteriosi tesori scomparsi che appartenevano ai gruppi armati delle destra eversiva italiana. Quasi due milioni di euro che passano da un conto a un altro con anomala rapidità da uno stato a un altro del continente. Protagonisti sono personaggi che legano le diverse sigle della lotta armata neofascista a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Al centro dello schema finanziario ci sono società e uomini legati a Fiore. E con lui un imprenditore ex militante dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar), legato ad altri vecchi camerati (sempre dei Nar) come Riccardo Brugia e Massimo Carminati, condannati entrambi di recente nell’inchiesta “Mondo di mezzo” che ha svelato il sistema di corruzione che governava Roma.

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Decine di documenti societari e bancari ottenuti da Domani permettono di ricostruire il network finanziario dei neofascisti ora impegnati nella guerra ai vaccini, al green pass e a quella che loro chiamano “Dittatura sanitaria”. Da Roma a Londra seguendo il flusso di denaro, provando a sbrogliare il reticolo di società estere e nostrane, una cosa è certa: Fiore, arrestato per l’assalto alla Cgil del 9 ottobre durante le proteste No green pass, ha costruito un piccolo impero.

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La cassa nera

Sei giugno 2018, tribunale di Bologna. A una delle udienze del processo al quarto uomo della strage alla stazione del 2 agosto ‘80, la corte ascolta come testimone Francesca Mambro: protagonista degli anni di piombo, leader dei Nar condannata per l’attentato in cui morirono 85 persone. Avvocati e magistrati le chiedono di Fiore. Nelle parole della donna affiorano attriti di un tempo contro il vecchio capo di Terza Posizione. C’è, però, anche altro, Mambro lo dice chiaro: «Nel momento in cui c’è stato la loro decisione di andarsene ( di Fiore, ndr) ... chiesero i soldi a Giorgio Vale e Giorgio gli diede i soldi che aveva, che erano appunto la cassa di Terza Posizione. Erano abbastanza rispetto a un gruppo, un movimento che comunque si autofinanziava. Avevano bisogno di quei soldi soprattutto in un momento in cui tra l’altro c’erano tanti ragazzi che stavano andando latitanti perché raggiunti dai mandati di cattura». Questo è uno dei motivi che avrebbe convinto i Nar, dice Mambro, a progettare l’uccisione di Fiore prima che lui fuggisse a Londra. «Lui credo che a noi abbia sottratto non più di dieci milioni», ha detto in aula Giusva Fioravanti, che con Mambro è stato condannato per la strage. Dieci milioni, un buon capitale da far fruttare lontano dall’Italia. La cassa di Terza Posizione e in parte dei Nar è uno dei misteri meglio custoditi dagli ex terroristi neri. E di cui Mambro da noi contattata preferisce non parlare: «Sono storie di quarant’anni fa».

15/05/2007 PRESENTAZIONE DEL LIBRO STORIA NERA , SULLA STRAGE DI BOLOGNA . FRANCESCA MAMBRO

L’ex leader dei Nar, Francesca Mambro, alla presentazione del libro sulla strage di Bologna Storia nera (Agf)

Camerata Trust

Eppure un triangolo nero unisce la Gran Bretagna all’Italia soprattutto negli anni recenti. Un triangolo fatto di bonifici e passaggi di denaro, attraverso il quale, di trasferimento in trasferimento, di conto corrente in conto corrente, si ritorna sempre al punto di partenza: i conti dei neofascisti che incendiarono l’Italia negli anni Settanta e Ottanta. C’è un triangolo nero, dunque, che unisce la Gran Bretagna all’Italia: bonifici che partono da Londra e arrivano a Roma, soldi che da Roma poi sotto altre forme tornano di nuovo in Gran Bretagna, a beneficio sempre delle stesse persone, i figli di Terza Posizione e dei Nar, confluiti in Forza Nuova oppure, dismesse le parvenze di militanti, diventati imprenditori e finanzieri.

Il Saint George Educational Trust, il veicolo usato da Fiore per foraggiare il complottismo sulla pandemia, è solo uno degli snodi di questo flusso di denaro. Fondato nel 1995 da Fiore assieme ai leader delle organizzazioni neofasciste britanniche, ha finanziato in Italia nel 2020 l’associazione Vicit Leo, costituita da un gruppo di professori anti vaccini e contro il Green pass. In Gran Bretagna il gruppo di Fiore ha infatti messo in piedi una articolata rete di apparenti organizzazioni cattoliche di benefiche.

Tre trust intitolati a tre santi: il trust di San Giorgio, evocativo del vecchio partito neofascista inglese, la Lega di San Giorgio; il trust di Saint Micheal the Archangel, il santo che negli Anni Trenta era stato scelto come protettore dalla fascistissima milizia Volontaria per la sicurezza nazionale; infine Saint Mark the Evangelist, il santo che si celebra il 25 aprile, la sola festività di quella data per i fascisti che non riconoscono la Festa della liberazione della Repubblica italiana. Il Trust Saint Mark è stato fondato solo nel 2015 e chiuso a marzo del 2020. Negli ultimi anni tutti e tre i trust, da quanto risulta dagli atti ufficiali, hanno aumentato il volume di entrate finanziarie.

02/03/2018 Roma, chiusura della campagna elettorale di Forza Nuova, nella foto Roberto Fiore

Roberto Fiore chiude la campagna elettorale di Forza Nuova a Roma, marzo 2018 (Agf)

Fiore e l’amico di Carminati

Nel 1995 Fiore ha fondato a Londra il trust di Saint Michael The Archangel con l’obiettivo di «promuovere la religione cattolica romana e specialmente l’insegnamento sociale tradizionale della religione Cattolica Romana».

Atto costitutivo trust Sain Micheal Archangel: Fiore risulta il fondatore nel 1994 e poi verrà registrato nel 1995

L’atto di costituzione del Saint George Educational Trust
Tra i suoi amministratori troviamo Beniamino Iannace, ex socio del leader di Forza Nuova. I documenti bancari ottenuti rivelano che dal trust partono bonifici verso una sconosciuta associazione missionaria Opera di San Michele Arcangelo e verso due società con sede a Roma: Da.Do Srl e Super Mario Gestioni srl. Entrambe riconducibili a Mario Zurlo, imprenditore romano e reduce dei Nuclei armati rivoluzionari. Il nome di Zurlo è emerso, seppure non da indagato, negli atti dell’inchiesta sull’associazione criminale capeggiata da Massimo Carminati, nota come “Mafia capitale” nonostante sia decaduta l’accusa di mafia. Nelle informative dell’indagine i carabinieri elencano una serie di contatti tra Zurlo e un altro reduce dei Nar, Riccardo Brugia, nonché braccio destro di Carminati.

Estratto informativa carabinieri indagine Mondo di mezzo su Carminati e Brugia, due ex nar amici di Zurlo

Gli atti dell’inchiesta Mafia Capitale raccontano il legame tra Mario Zurlo e Riccardo Brugia, braccio destro di Massimo Carminati

Zurlo è la figura centrale in questa triangolazione di denaro tra Londra e Roma. La destinazione finale di più della metà dei fondi è una società chiusa nel 2019: la Lions Marketing Ltd. Amministratori erano Zurlo e Stefano Pistilli, molto legato a Fiore e ai cattolici conservatori dell’associazione Pro-Vita. Pistilli ha avuto un ruolo anche in uno dei trust londinesi sciolto di recente. Zurlo, contattato da Domani, conferma la conoscenza con Fiore, «lo conosco da quando eravamo bambini» e spiega che la società con Pistilli «era per avviare un business in Inghilterra ma poi è stata chiusa». Come mai le associazioni e le società direttamente controllate da lui, o comunque a lui riconducibili, hanno ricevuto 1,8 milioni di euro tra il 2016 e il 2018, principalmente dai trust della galassia di Fiore? E perché nello stesso periodo periodo sui conti della Lions Marketing è approdato quasi un milione di euro dalla stessa galassia di società e associazioni? «Per telefono non spiego nulla, se volete ci vediamo di persona», dice Zurlo. Di certo c’è che tutto il denaro che viaggia tra l’Italia e l’Inghilterra ha una sola matrice di un solo colore: “nero”.. (1-continua)

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