L'attentato nella cattedrale di Nizza ricorda molto la morte di padre Jacques Hamel a Rouen, sgozzato  il 26 luglio 2016 mentre celebrava la messa nella chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray. Ancora una volta, l'Europa è colpita al cuore del cattolicesimo. Nel momento di massimo dolore e di confusione estrema, Papa Francesco viene informato costantemente e fa sentire la sua vicinanza alla comunità in lutto, «prega per le vittime e per i loro cari, perché la violenza cessi, perché si torni a guardarsi come fratelli e sorelle e non come nemici, perché l'amato popolo francese possa reagire unito al male con il bene», spiega il portavoce del Pontefice, Matteo Bruni.

Il terrorismo e la violenza, insiste il Vaticano, «non possono mai essere accettati». Tanto più in casi come questo, che seminano morte in un luogo «di amore e di consolazione». È in lutto la conferenza episcopale francese, che non ha intenzione di piegare la testa davanti alla nuova minaccia fondamentalista e richiama a ritrovare la fraternità indispensabile per «tenerci tutti in piedi».

Le persone aggredite sono state colpite solo perché erano nella Basilica, rappresentavano cioè solo un simbolo da distruggere, osservano i prelati: «Questo terrorismo mira a instillare ansia nella nostra società. È urgente che questo cancro venga fermato. Nonostante il dolore che li attanaglia, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura e, con l'intera nazione, vogliono affrontare questa minaccia infida e cieca».

André Marceau, vescovo della diocesi di Nizza, prega per le vittime, i cari, le forze dell'ordine «in prima linea in questa tragedia», i sacerdoti, i fedeli «feriti nella loro fede e nella speranza». E chiede il passo più difficile da compere: «Che lo spirito del perdono di Cristo prevalga di fronte a questi atti barbari». Si dissocia totalmente l'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane, guidata da Yassim Lafram: «Condanniamo con forza gli estremismi violenti che nulla hanno a che vedere con gli insegnamenti della nostra religione e il nostro credo. Nessuno usi il nome di Allah indegnamente per giustificare atti ingiustificabili, deprecabili e barbari».

La preoccupazione dell'Unione è per la situazione all'interno della Francia, che continua a degenerare. E chiede uno sforzo collettivo: «Si abbassino immediatamente i toni per poter agevolare una proficua collaborazione per il bene delle nostre società europee».

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