Condanne, inchieste giudiziarie e arresti non fermano l’avanzata delle aziende vicine alla famiglia Calderone. Nel lungo elenco di amministrazioni dello stato che si affidano ai re delle ambulanze, originari della provincia di Messina, spunta anche la Camera dei deputati. La società in questione si chiama Italy Emergenza e si è aggiudicata un appalto nel 2020 per offrire il servizio di ambulanza, quello medico specialistico e il trasporto sanitario. Il valore finale dell’appalto è di 628 mila euro. 

La Camera ai Calderone

Italy Emergenza, con sede proprio a Messina, si è aggiudicata anche la fornitura di una ambulanza da utilizzare «come stanza di biocontenimento nelle eventualità di casi sospetti di infezione da virus Sars nelle sedi della camera diverse da Palazzo Montecitorio dal primo aprile al 30 giugno 2021», si legge sui documenti del servizio per le competenze dei parlamentari della Camera.

Italy Emergenza è legata ai fratelli Calderone. Francesco e Antonio Calderone hanno iniziato la carriera imprenditoriale a Messina, qui nasce il loro impero. Sono diverse le sigle della galassia che controllano attraverso partecipazioni societarie, passaggi di proprietà, fedelissimi a capo delle imprese. Una tradizione di famiglia a partire dal capostipite Tindaro Calderone. Sicilia, Lazio, Campania, Lombardia, Emilia Romagna sono alcune delle regioni nelle quali i fratelli hanno fatto affari in questi anni nel settore dei trasporti in ambulanza. Francesco e Antonio sono finiti ai domiciliari accusati di frode in pubbliche forniture in un’inchiesta della procura di Pavia, scattata a metà marzo, che coinvolge la loro sigla First Aid One. Secondo la procura i Calderone sono gli amministratori di fatto della cooperativa anche se non figurano nello schema societario. Emerge anche dalle intercettazioni. «Questo Di Dio non l’avete mai visto?», si chiedono al telefono due dipendenti e la risposta è chiara: «No! Di Dio non si è mai visto». Francesco Di Dio è ufficialmente l'amministratore della First Aid One, anche lui indagato. Uno schema che si ripete anche altrove, visto che entrambi hanno «precedenti penali», come segnalato dalla giudice Maria Cristina Lapi, nell’ordinanza di arresto.

Tra questi c’è anche una condanna, diventata definitiva nel 2017, per entrambi per falsità materiale per aver falsificato le schede di richiesta di trasporto in ambulanze, solo apparentemente dagli istituti ospedalieri di Milano. Per Francesco Calderone c’è anche una sentenza di condanna, anche questa definitiva, per turbata libertà degli incanti. Nell’indagine di Pavia è indagato anche Salvatore Pepe, che ha patteggiato, nel 2010, una pena per riciclaggio, considerato come i Calderone amministratore di fatto della cooperativa. 

A Palermo con Italy Emergenza lo schema si ripete. Alessandro Caccioppo, legale rappresentante della società fino al 2019, finisce ai domiciliari, accusato di aver corrotto un funzionario pubblico per falsificare la conformità al capitolato d’appalto delle fatture emesse che, in realtà, avevano creato un danno economico al Policlinico siciliano. Caccioppo è il marito di Concetta Calderone, sorella di Francesco e Antonio.

Dalla Camera dei deputati ci fanno sapere che le gare sono state espletate secondo le disposizioni di legge, che Caccioppo non è più legale rappresentante, lo era, infatti, fino al 2019. «Dai dati del sistema delle camere di commercio non risulta inoltre che la signora Giuseppina Calderone abbia rivestito alcun incarico nell’ambito della cooperativa (…) la Camera dei deputati proseguirà nel sistematico esercizio dei controlli e delle verifiche», scrivono dall’ufficio stampa. La guardia di Finanza di Palermo e i carabinieri dei Nas scrivono: «Direttore generale di Italy Emergenza Cooperativa sociale è Giuseppina Calderone, sorella di Francesco, titolare del capitale sociale di Home Project srl». 

Italy Emergenza è in rapporti commerciali con Home Project srl, controllata da Francesco Calderone al 90 per cento, ma anche con First Aid One. Nel 2016 Italy Emergenza e First Aid One sono al centro di una compravendita aziendale. 

Anche al Policlinico di Messina lavora Italy Emergenza. «Noi abbiamo più volte evidenziato delle criticità nella gestione operativa di Italy che, però, si è nuovamente aggiudicato l’appalto per il servizio per altri tre anni al Policlinico di Messina», dice Clara Crocè, segretaria del sindacato Fiadel. Ci sono foto, racconta Crocè, che testimoniano l’arrivo di Francesco Calderone in ospedale a Messina per controllare il regolare svolgimento del lavoro da parte dei dipendenti di Italy Emergenza. L’azienda, in merito alle presunte criticità, ha sempre respinto ogni accusa al mittente. 

Nel Lazio non si cambia

Domani si era già occupato della galassia Calderone ricostruendo anche gli affari nel Lazio dove lo schema è il medesimo, tutto ruota attorno a un’altra sigla: la Heart Life Croce Amica, molto vicina alla famiglia. Si è aggiudicata, nel 2015, un appalto milionario con l’Ares 118, l’azienda della regione Lazio per l’emergenza. Lo scorso 28 gennaio è stato prorogato per la durata di altri sei mesi. L’Ares 118 cercava un nuovo contraente e aveva delegato la direzione acquisti della regione Lazio, ma senza successo e l’auspicato stop agli affidamenti esterni è stato disatteso. A beneficiarne ancora una volta la Heart Life Croce Amica. La società è stata fondata da Tindaro Calderone, padre dei due fratelli arrestati dalla finanza, ma poi è stata ceduta a un’altra società, amministrata oggi da Fabio Caminiti Cutuli, totalmente estraneo all’indagine come la stessa società. Dopo quell’inchiesta l’ufficio stampa dell’azienda regionale, Ares 118, ha comunicato di aver presentato un esposto alla procura di Roma «per capire la partecipazione dei Calderone coinvolti nell’indagine giudiziaria della procura di Pavia all’interno di una ditta di quelle comprese nel raggruppamento temporaneo», ma contestualmente ha anche precisato che i Calderone «non risulta abbiano un ruolo all’interno della società».

L’ufficio stampa di Ares interviene anche sul verbale di un accordo sindacale, sottoscritto, lo scorso dicembre, dai sindacati con Heart Life Croce Amica, rappresentata, in quell'occasione, da Antonio Calderone: «L’accordo non è in nostro possesso, ne prendiamo atto e ringraziamo per la segnalazione». Ma alla fine Heart non lascia, ma raddoppia. Con deliberazione del 31 marzo, l’Ares ha, infatti, prorogato per altri sei mesi per un importo di 18 milioni di euro «il soccorso sanitario in area extra ospedaliera» in attesa di acquisire «l’esito della procedura di gara» e di realizzare la promessa internalizzazione del servizio. 

Non c’è solo l’accordo sindacale a indicare il ruolo dei Calderone nell’azienda, un ex lavoratore ha raccontato: «Io ho lavorato per Heart fino a poco tempo fa, abbiamo sempre visto Antonio Calderone, era lui che decideva tutto, qualche volta il fratello Francesco o la sorella Concetta, mai il soggetto presente sui documenti». C’è un altro dato che conferma l’incrocio tra tutte le sigle citate. Indizio che ci riporta a Messina: in viale della Libertà, al civico 461, dove c’è la sede di Ga S.c.a.r.l., una società controllata da diversi soci, tra gli altri, Italy Emergenza, che ha sede proprio allo stesso civico, First Aid One, Heart Life Croce Amica. Insomma, tutte le creature della famiglia. Il consorzio è stato amministrato fino al marzo scorso proprio da Salvatore Pepe che abbiamo ritrovato nell’indagine di Pavia. Anche a Napoli, le società sono tutte insieme (First, Italy ed Heart life) in un appalto bandito dall’Asl Napoli 1. «Vedremo come finiranno i processi. I Calderone pagano la rivoluzione compiuta in questo paese, hanno fatto uscire il sistema dalle convenzioni mettendo a gara il servizio di ambulanze con risparmio per le casse dello stato e la fine del mercimonio dei posti di lavoro», dice l’ufficio stampa di Heart. Sul ruolo dei Calderone nelle società, l’ufficio stampa aggiunge: «Le società hanno apparati e direzioni solide, i Calderone sono dei papà nobili, sono dotati di carisma e hanno insegnato il mestiere agli attuali amministratori. Restano un punto di riferimento per tutti». 

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