Esclusivo: Il documento dell’indagine Olaf

Così Frontex ha lasciato morire i migranti, l’atto d’accusa dell’Antifrode europea

  • Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, è stata testimone dei respingimenti illegali dei migranti in almeno sette casi documentati. Soprattutto nell’area del mediterraneo orientale, tra la Grecia e la Turchia. Ma nell’atto di accusa dell’Olaf, l’organismo antifrode della commissione europea, c’è un caso che riguarda la rotta libica verso l’Italia con diversi migranti morti dopo un naufragio.
  • Il documento finora inedito ottenuto da Domani, in collaborazione con il settimanale tedesco Der Spiegel, Lighthouse reports e l’associazione FragDenStaat, rivela le manovre interne dell’Agenzia europea per occultare casi di respingimenti in mare, violando convenzioni, codici e regolamenti interni. Respingimenti di cui Frontex è stata testimone diretta e in alcuni casi ha contribuito indirettamente in quanto alcuni mezzi usati dalla guardia costiere greca erano co- finanziati dall’Agenzia.
  • L’idea di un’Agenzia più poliziesca e meno umanitaria era diffusa all’interno della struttura sotto la governance di Leggeri. Lo documentano alcune conversazioni agli atti dell’indagine Olaf. Già nel 2018, la leadership dell'agenzia temeva che Frontex si sarebbe trasformata in un «taxi del mare per il trasporto di rifugiati». Taxi del mare, parole usate da uno dei funzionari fedeli a Leggeri e scritte in un messaggio Whatsapp, allegato al rapporto dell’antifrode.

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