Quando vinceva Tour, Giro e Vuelta, non piaceva quasi a nessuno. Sospetti, dossier, gossip, insinuazioni. In strada gli sputavano addosso, gli lanciarono una tazza di pipì e gli gridarono dopé, dopato. Adesso è facile invaghirsi di lui che arriva 111° in una cronometro a 39 anni. Simo sicuri che è umano, come noi sbaglia, fatica, arranca e perde. Eppure non smette. Ha deciso di bere la sua amara borraccia fino in fondo e sembra godersi questo finale di partita
Quando vinceva, Chris Froome non piaceva quasi a nessuno. Adesso invece è facile invaghirsi di lui. Adesso che arriva 111° in una cronometro di 12,2 chilometri all’UAE Tour a oltre 2 minuti dal vincitore, il suo connazionale Joshua Tarling, che ha la metà dei suoi anni. È che prima eravamo convinti che fosse un automa (questa è la versione migliore, gli altri sospettavano di peggio), adesso siamo finalmente sicuri che è umano, uno che come noi sbaglia, fatica, arranca, e alla fine perde. Eppure



