Elkann, no a Del Vecchio «Su Gedi per ora tratto soltanto con Kyriakou»

L’offerta a Gedi di Leonardo Maria Del Vecchio è arrivata a destinazione, ma c’è pochissimo margine per riaprire la trattativa. Salvo colpi di scena (un rilancio?), infatti, il gruppo Antenna dell’armatore greco Theo Kyriakou è in dirittura d’arrivo per l’acquisto di Gedi. Dopo l’articolo pubblicato da Domani, sulla proposta di 140 milioni di euro (pareggiando quella dei greci) da parte di Lmdv Capital, il family office di Leonardo Maria Del Vecchio, fonti vicine ai vertici Gedi, consegnate a Radiocor, hanno fatto sapere che «considerati i rapporti in essere, non ci sono le condizioni per aprire nuove strade». Un concetto ripreso da Gedi in una nota affidata all’Ansa, a nome di un portavoce di Gedi: «Le trattative con il Gruppo Antenna proseguono positivamente; le ipotesi di discussioni alternative con altre controparti non hanno alcun fondamento». Parole molto chiare, che danno per la prima volta una doppia conferma ufficiale a quanto scritto da settimane da Domani: il serio tentativo dell’erede del fondatore di Luxottica di rilevare il gruppo editoriale di Elkann, ma soprattutto lo stato molto avanzato della trattativa con Kyriakou. Una scelta mediatica che è stata decisa direttamente dal presidente di Gedi Paolo Ceretti, chiamato da Elkann al posto di Maurizio Scanavino ad aprile 2025 proprio con il compito di vendere il gruppo. Ceretti (ed Elkann) non hanno apprezzato la mossa di Del Vecchio, e – dopo le pressioni dei greci – hanno deciso di mettere le carte in tavola, con un “niet” che serve soprattutto a tranquillizzare Kyriakou.Del resto il negoziato con il gruppo greco sarebbe nella fase warranty, quella in cui si valutano gli ultimi numeri di bilancio prima di arrivare alla conclusione dell’operazione. La chiusura definitiva potrebbe essere ufficializzata nella seconda parte di gennaio. Intanto martedì è stata convocata un’assemblea a Repubblica, dove si testerà il clima in redazione per la trattativa e l’offerta last minute di LMDV. Ma già ieri il cdr del quotidiano è intervenuto con una nota durissima: «Non resteremo in silenzio a guardare orribile spettacolo», manifestando «sconcerto di fronte alla conferma affidata alle agenzie da parte di un 'portavoce di Gedi' della trattativa in corso per la cessione del gruppo: è la stessa azienda che, da mesi a questa parte e di fronte alle nostre reiterate richieste, ha sempre negato l'esistenza stessa di una trattativa». Quindi, aggiunge il cdr, «è lo stesso editore John Elkann che nelle settimane scorse, di fronte alla proposta di un incontro delle rappresentanze sindacali delle testate del gruppo, si è negato». Per i giornalisti si tratta di «una ennesima umiliazione nei confronti della redazione di un giornale che ha fatto e intende continuare a fare la storia di questo Paese, trattato come un ammennicolo su uno scaffale». Prendere o lasciare. Ecco l’ultima offerta di Kyriakou per Gedi Tentativo Del Vecchio Quella di Del Vecchio jr è un’iniziativa personale, senza alcun coinvolgimento del resto della famiglia, né tantomeno della Delfin, la holding finanziaria di famiglia guidata da Francesco Milleri, che negli ultimi mesi è stata protagonista dei risiko bancario. Il giovane manager ha messo sul piatto la stessa cifra dei greci per provare a sparigliare le carte. Il suo obiettivo è quello di prendere tutta Gedi, senza prevedere una successiva vendita di alcune testate del gruppo. Avrebbe tenuto dunque sia i giornali, Repubblica, Stampa, Huffington Post, che le radio (Radio Deejay, M2O e Radio Capital). Difficile, al momento, capire l’orientamento di Kyriakou sulle singole testate. È certo che in un primo momento l’armatore avesse manifestato interesse solo per le radio e Repubblica. Poi, vista la difficoltà di piazzare alla Nem di Enrico Marchi la Stampa in tempi coerenti con la fine della trattativa esclusiva, Kyriakou ha deciso di fare offerta per tutto il gruppo. Gedi in vendita. Renzi nega il ruolo di intermediatore Non è escluso che l’imprenditore greco riprenda il discorso di cessione della Stampa al Nem, ma non è nemmeno impossibile che nel medio termine il greco si convinca a ripianare i debiti del quotidiano torinese e a rilanciarlo. Il governo è per ora semplice spettatore della cessione. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata informata da Elkann della volontà di vendere a Kyriakou, garantendo di non volersi immischiare.