Il 17 maggio 2019 il conto corrente di Fratelli d’Italia sezione Sardegna diventa più ricco di 6mila euro: lo rimpolpa una donazione della società Ecoserdiana Spa, proprietaria di una grossa discarica in provincia di Cagliari. Una settimana più tardi il presidente della regione Christian Solinas dà parere positivo alla valutazione di impatto ambientale sull’ampliamento della discarica gestita da Ecoserdiana. La giunta regionale, si legge nella delibera, condivide quanto proposto dall’assessorato all’Ambiente, guidato da un giovanissimo assessore di Fratelli d’Italia, il partito cioè finanziato dall’impresa della discarica in questione. Seimila euro non sono una maxi donazione se parametrati ai bisogni di un partito nazionale, ma possono essere vitali per una sezione regionale, che in quel periodo aveva concluso una campagna elettorale decisiva per Meloni, che ha festeggiato con un assessore nella giunta Solinas.

La donazione liberale è stata regolarmente registrata alla tesoreria della Camera dei deputati. Ecoserdiana da trent’anni si occupa di rifiuti in regione, gestisce una delle più importanti discariche del territorio, a Serdiana, appunto, nel cagliaritano. L’azienda è in continua espansione. E ha scommesso sui fratelli d’Italia sardi alle elezioni regionali del febbraio 2019, che hanno incoronato Christian Solinas del partido sardo d’azione presidente, sostenuto anche da Lega e Forza Italia. L’azienda è nell’elenco dei donatori la più generosa con la sezione sarda dei nazionalisti.

Investimento politico

I titolari dell’impresa sono stati fortunati. Solinas a occuparsi di Ambiente, e quindi di rifiuti, ha messo un politico di Fratelli d’Italia: l’assessore Gianni Lampis, 33 anni, il più giovane della storia della regione. Pochi mesi dopo l’investitura ad assessore regionale all’Ambiente autorizza, insieme al presidente della regione Solinas, l’ampliamento della discarica della società Ecoserdiana tra Donori e Serdiana, una trentina di chilometri a nord del capoluogo sardo. La delibera è del 23 maggio 2019, un mese e mezzo dopo la nomina di Lampis, che si trova sul tavolo il caso che potrebbe comportare un evidente conflitto di interessi.

La regione e Lampis hanno dunque dato il via libera alla società che poco tempo prima aveva finanziato il partito dell’assessore. Conflitto di interessi? «In oltre due anni di attività in Assessorato non c'è stato alcun intervento di modifica sugli esiti di qualsiasi istruttoria», replica Lampis contattato da Domani. Poi aggiunge:«Pareri che vengono redatti dal Servizio valutazioni ambientali (Sva) e formulati esclusivamente in base a valutazioni di tipo tecnico e amministrativo». L’assessore di Fratelli d’Italia spiega che non era a conoscenza del contributo economico di EcoSerdiana». Non ha mai avuto incarichi di tipo amministrativo interni al partito, dice. Il suo ruolo in Fratelli d’Italia? Portavoce del movimento nella provincia dei Medio Campidano, spiega. Ma conferma di conoscere i titolari della società, «come quelli di altre decine e decine di aziende sarde, assolutamente normale per chiunque faccia politica regionale da oltre 10 anni, nel mio ufficio hanno trovato ascolto tutti coloro che si occupano di temi che riguardano il mio assessorato». Ecoserdiana, invece, ha detto ceh avrebbe richiamata solo se «il titolare riterrà opportuno parlare della delibera». Non lo ha fatto.

Tra i paletti inseriti dalla regione nel concedere l’autorizzazione a Ecoserdiana c’era l’obbligo di smaltire solo rifiuti prodotti in Sardegna. Ma l’azienda, pur incassando l’approvazione, ha fatto ricorso al Tar per superare il divieto dell’importazione dei rifiuti dalla terra ferma. Il procedimento è ancora in corso. All’epoca della firma della delibera il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Michele Ciusa, aveva presentato una interrogazione e lanciato un appello molto duro: «La regione ha concesso ulteriore spazio a un impianto che preoccupa gli abitanti della zona per il rischio di grave inquinamento... I tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente hanno evidenziato che da almeno 7 anni l’area risulta contaminata da manganese e ferro in quantità non conformi alla normativa vigente. Ciononostante, la giunta ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sul potenziamento dell’impianto», aveva denunciato.

Ecoserdiana è controllata da altre due società: Capifin e Casfim, la prima di proprietà della famiglia Pisano, la seconda collegata a Biagio Caschili. Sono nomi noti in Sardegna perché attivi nel business dei rifiuti da moltissimi anni. L’istruttoria sulla discarica di Serdiana era però iniziata molto tempo prima, si difendono dalla giunta di Solinas. «Il parere favorevole di regolarità tecnica era dell’allora Direttore generale dell'Assessorato in carica dalla precedente Giunta regionale», precisano. Però le date non mentono: la delibera è successiva al finanziamento concesso dalla società al partito di cui fa parte l’assessore che ha firmato l’autorizzazione.

Ecoserdiana ha chiesto anche altre valutazioni alla regione, vagliate dalla giunta di Solinas e dell’assessore Lampis. Una delle ultime riguarda una «Piattaforma di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, liquidi e solidi ubicata in località “Grogastu”– Macchiareddu nel comune di Assemini». Pure in questo caso Lampis e Solinas hanno dato parere positivo con una delibera del 4 settembre 2020 alla valutazione di impatto ambientale richiesta da Ecoserdiana. «L’iter è iniziato prima dell’insediamento di questa giunta», replicano dagli uffici di Lampis. Sarà iniziato prima ma la firma è dell’attuale con l’ombra di un conflitto di interessi.

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