Inchiesta

Il caso Boda e il sistema del ministero dell’istruzione: tra scuole “amiche” e finanziamenti milionari

  • C’era un sistema di potere parallelo al ministero dell’Istruzione. Distribuiva finanziamenti non alle scuole con progetti migliori o che ne avevano più bisogno, ma seguendo la regola del favore ai dirigenti amici.

  • Scuole amiche, così le hanno definite gli indagati coinvolti nell’inchiesta della procura di Roma. Il sistema era governato da due persone, una dirigente pubblica e un imprenditore privato: Giovanna Boda e Federico Bianchi di Castelbianco, con quest’ultimo a rappresentare una sorta di ministro dei fondi pubblici del ministero pur essendo un privato peraltro in palese conflitto di interesse visto che le sue associazioni beneficiavano di questi soldi dell’Istruzione.

  • La procura di Roma, pm Carlo Villani con il procuratore aggiunto Paolo Ielo, ha inviato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ci sono cinque nuovi indagati e due richieste di patteggiamento. Inoltre anche Boda ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, il che potrebbe convincere i magistrati ad accettare la richiesta di patteggiamento e chiudere un capitolo dell’inchiesta sul sistema Istruzione. 

C’era un sistema di potere parallelo al ministero dell’Istruzione. Distribuiva finanziamenti non alle scuole con progetti migliori o istituti che avevano più bisogno di investimenti, ma seguendo un’altra regola aurea: quella di fare favori ai dirigenti amici. Scuole “amiche”, così le hanno in effetti definite gli indagati coinvolti nell’inchiesta della procura di Roma. Il sistema era governato da due persone, una dirigente pubblica e un imprenditore privato: Giovanna Boda e Federico Bianchi di

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