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A un anno della conquista della libertà Giovanni Brusca è stato sottoposto alla sorveglianza speciale per le sue “frequentazioni criminali”.
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Di sé una volta Brusca ha detto: «Sono un animale, ho ucciso e anche ordinato l'uccisione di più di centocinquanta persone ma non ricordo i nomi di tutti».
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La relazione del penitenziario di Rebibbia prima della sua scarcerazione: «Il Brusca ha più volte rappresentato il suo distacco dalla sua vita precedente cercando di dare concretezza a questo distacco non solo attraverso la collaborazione con la Giustizia..ma ha anche manifestato la volontà di chiedere il perdono alle famiglie delle vittime dei suoi reati».