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Giudici, avvocati e mafiosi: ecco il «sistema Catanzaro» sotto inchiesta

Marco Alpozzi / LaPresse
Marco Alpozzi / LaPresse

I verbali inediti di alcuni professionisti arrestati gettano ombre sul rapporto corruttivo con alcune toghe. Nelle testimonianze si fa il nome del presidente del tribunale del riesame del capoluogo, Valea. Nelle carte i sospetti su numerose sentenze pilotate

 

  • «Una congrega nella massoneria che incorpava avvocati, medici e qualche giudice», racconta un boss della ’ndrangheta pentito che ha pagato per essere scarcerato. Un mercato delle sentenze e degli incarichi, svelano avvocati e commercialisti nei verbali inediti che Domani è in grado di rivelare.
  • Un sistema che si basa su un doppio binario: sul primo corrono le trattative per le sentenze, sul secondo l’accordo tra i legali di indagati o imputati, anche sospettati di mafia, giudici e professionisti che ottengono perizie sui beni sequestrati sulla base delle leggi anti cosche.
  • Nei verbali i nomi di pezzi grossi della magistratura di Catanzaro

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