Non privi di autoironia, i 422 operai della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) licenziati via WhatsApp il 9 luglio scorso dicono di essere usciti dal villaggio di Asterix per scagliare un “menhir” contro la catena del valore della Fiat (oggi fusa in Stellantis), a cui la loro fabbrica ha fornito da sempre semiassi e alberi motore. Il “menhir” è la denuncia penale presentata ieri alla procura di Firenze. Ipotizza a carico della multinazionale controllata dal fondo britannico Melrose i reati di frode contro l’industria nazionale (art. 514 del codice penale) e frode in commercio (art. 515).

L’esposto è un atto di guerra pressoché inedito che fa salire la temperatura della scontro, come vogliono dal primo giorno gli operai della Gkn al motto «Insorgiamo!». Proprio oggi pomeriggio a Firenze c’è una nuova grande manifestazione contro la chiusura, alla vigilia del tavolo convocato dalla vice ministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde per lunedì prossimo a Roma. E per il 22 settembre è previsto l’avvio formale della procedura di licenziamento collettivo, a meno che l’attesa sentenza sul comportamento antisindacale di Gkn non azzeri l’iter.

I dati falsati

Il tempo incalza, insomma. E per questo la Rsu della Gkn ha dato mandato allo studio legale Saccoccio Toccafondi di Firenze di predisporre l’esposto che ipotizza illeciti penali sui semiasse prodotti fino allo scorso 9 luglio nello stabilimento di Campi Bisenzio, ora chiuso e sotto il presidio permanente dei lavoratori. Gli operai sostengono di avere le prove che alcuni di questi pezzi, montati su veicoli assemblati a Melfi (Renegade e 500X) e sui furgoncini Ducato usciti dalla Sevel di Atessa (Chieti), risultano falsamente provenienti da Campi Bisenzio. Infatti, grazie ai macchinari all’avanguardia che Gkn ha comprato per rimodernarlo poco prima di deciderne la chiusura, lo stabilimento fiorentino è l’unico a possedere l’omologazione di processo per la fornitura a Stellantis. Per ottenere un benestare del genere serve molto tempo e denaro.

Dopo aver annunciato all’improvviso la chiusura della fabbrica fiorentina, Gkn si era premurata di garantire a Stellantis il proseguimento senza ritardi delle forniture di alberi motore e semiassi. Ma la Rsu sostiene nell’esposto di essere venuta a sapere che i numeri seriali di due semiassi utilizzati dalle fabbriche Fiat appaiono contraffatti e comunque non corrispondono a quelli conservati nel database dello stabilimento di Campi Bisenzio. Un semiasse risulta addirittura prodotto nel 2046.

Un altro, si legge nell’esposto, «risulta essere stato prodotto presso Gkn Driveline Firenze il 13 Gennaio 2021 in cella 3», che però non c’è. «I dati di riferimento cella 3, che non esiste per Gkn Firenze, e la presenza del codice fornitore 97.108 identificano come questo prodotto, e almeno altri 1.013 pezzi nella data del 13/01/2021, sia stato realizzato in plant Gkn, differente da quello omologato da cliente Stellantis, che non si è manifestato con propria omologazione cliente. Come mai plant differenti da Gkn Driveline Firenze, con quest’ultimo ancora operativo, possono liberamente utilizzare il suo codice fornitore rilasciato dal cliente Stellantis?». Quello che principalmente interessa i 422 operai della Gkn, in lotta per evitare la chiusura di una fabbrica efficiente, è che «tutte queste informazioni ci paiono pregnanti di anomalie legate al processo di delocalizzazione subito dallo stabilimento Gkn di Firenze».

E così ad essere usati per contrastare i licenziamenti sono proprio i macchinari più all’avanguardia della Gkn, descritti come una sorta di “body scanner” per analizzare ogni singolo pezzo prima della spedizione ai committenti, un sistema installato solo da qualche anno anche grazie ai finanziamenti statali dell’Industria 4.0, ciò che aveva fatto diventare Campi Bisenzio un impianto modello tra i 34 della multinazionale inglese.

Sicurezza e reputazione

La tracciabilità di tutti i componenti dei veicoli è un aspetto fondamentale per garantirne la sicurezza. Identificare il sito produttivo, il lotto, addirittura la cella produttiva di origine serve a monitorare gli eventuali difetti di fabbricazione per poter intervenire in modo rapido e mirato e sostituire i pezzi difettosi. L’industria automobilistica sopporta ogni anno costi pesantissimi per la sostituzione di parti difettose e la tracciabilità della componentistica è decisiva per la sua reputazione. La catena di valore dell’auto è fatta dai pezzi da assemblare che vengono da stabilimenti diversi sparsi per il mondo e solo una esatta tracciabilità assicura la qualità e l’affidabilità del prodotto finito. Si tratta di un aspetto del processo produttivo tanto più importante nella realizzazione delle auto elettriche, e soprattutto di quelle a guida automatizzata, senza pilota.

Le anomalie ipotizzate nell’etichettatura dei semiassi Gkn potrebbero riflettersi negativamente su Stellantis che potrebbe sentirsi danneggiata come cliente della fornitura. Anche perché c’è di mezzo la sicurezza dei mezzi prodotti: «Tali domande devono essere poste per comprendere come possa essere garantita la sicurezza del prodotto nei confronti dell’utilizzatore finale», si legge nell’esposto. Secondo i firmatari della denuncia nella loro iniziativa c’è proprio «la richiesta di solidarietà alla nostra lotta da parte di una platea più ampia, quella dei consumatori».

 

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