Tra le società che hanno stipulato convenzioni con gli istituti scolastici per i programmi di alternanza scuola-lavoro c'è anche la Mes Spa, società che opera da 60 anni nel settore militare e spaziale, ed è specializzata nella produzione di armi, progetta e produce munizioni per impiego terrestre, navale e aeronautico di piccolo, medio e grosso calibro. 

Il caso è al centro di un'interrogazione parlamentare, indirizzata al ministero dell'Istruzione, presentata da Ilaria Cucchi e Peppe De Cristofaro, nella quale i senatori chiedono conferma al ministro Giuseppe Valditara degli elementi raccolti e pongono quesiti relativi alla convenzione sottoscritta.

A Domani l’azienda fa sapere che il tutto avviene rispettando gli obblighi previsti dalla normativa e che gli studenti non hanno contatti con materiali attivi o simili che, per legge, non sono presenti nel sito romano dove fanno esperienza i ragazzi.

L'alternanza scuola-lavoro

Nel testo i senatori ricordano «i fatti dolorosi e inaccettabili come le morti dei giovani Lorenzo Parella, Giuseppe Lenoci, Giuliano De Seta, avvenute l’ultimo anno durante stage aziendali nell’ambito di Pcto, percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, così come i numerosissimi casi di feriti, anche gravi».

Prima delle domande al ministro, gli interroganti ricostruiscono la parabola normativa dell'alternanza scuola-lavoro introdotta nel 2003 e resa obbligatoria nel 2015 con la riforma del governo Renzi, ribattezzata 'buona scuola', per tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado.

Un'ulteriore revisione è arrivata 2018, l’alternanza scuola- lavoro si è trasformata nei “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (denominati Pcto). In particolare è stato stabilito in 210 ore la durata minima triennale dei percorsi negli istituti professionali, 150 nei tecnici e 90 nei licei mantenendo l'obbligatorietà e la necessità di svolgerli per l’ammissione agli esami di Stato.

Le domande al ministro

«Appare del tutto inopportuno che il sistema scolastico autorizzi percorsi presso aziende che producono armamenti militari o che siano impegnate nelle produzione di componentistica militare, ciò tanto sul piano della sicurezza personale e della salute dei ragazzi e delle ragazze, ma anche sul piano della compatibilità di progetti di tal fatta con gli obiettivi pedagogici ed educativi promossi dalla scuola pubblica, e ancora della loro compatibilità con i valori e i principi costituzionali», scrivono gli interroganti.

L'azienda firmataria della convenzione è la Mes Spa che ha appalti di forniture anche con il colosso Leonardo, la società controllata dal ministero del Tesoro. Mes ha la sede principale a Roma ed è impegnata principalmente nel settore della difesa, ma anche in altri segmenti produttivi come quelli spaziale, civile e bio-medicale.

Così gli interroganti chiedono «se corrisponda al vero che una o più scuole abbiano stipulato convenzione relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro con società e imprese che producono armi o componenti di esse, e alcuni ragazzi contribuiscano, in virtù di tale convenzione, alla produzione di oggetti di natura militare o parti di esse».

L'azienda replica

Domani ha verificato che l'azienda Mes ha effettivamente in corso convenzioni con due scuole professionali romane. «Gli studenti non hanno alcun contatto con materiali o componenti attivi, esplosivi o simili, perché la sede della Mes si trova all'interno dell'area industriale del comune di Roma», dicono dell'azienda. 

Le armi, la difesa ma non solo, «noi siamo una realtà metalmeccanica che opera a 360 gradi anche nel settore civile e bio-medicale, siamo i primi produttori di esoscheletri, le attività che facciamo su Roma attengono a quella che è la componentistica elettromeccanica che l'azienda realizza in diversi settori», spiegano dalla Mes.

Ma non ci sono ogive, spolette o altri materiali, chiaramente inattivi, all'interno dell'azienda? «No, però non posso risponderle che non ci sia nulla perché ad esempio una base per un'antenna o per un radar che produciamo per Leonardo in quella struttura sono elementi afferenti al campo della difesa». Ma cosa fanno gli studenti?

«I ragazzi, a scuola, svolgono percorsi per operatori macchine utensili o per montatori e da noi seguono le operazioni che fanno gli operatori in funzione dell’indirizzo formativo prescelto». Ora la parola spetta al ministero che deve rispondere ai senatori a partire dall’opportunità che i ragazzi svolgano attività formative in un’industria leader nel settore della difesa e delle armi. 

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