Il presidente del consiglio sentito come testimone dai magistrati di Catania arrivati a palazzo Chigi a Roma. Agli atti decine di mail e missive sui tentativi di redistribuire i migranti sbarcati in Italia. Il premier ungherese idolo dei sovranisti italiani: «Non prendiamo migranti, ma se avete bisogno di aiuto nei respingimenti ci siamo».
- Nonostante la crisi, le sue dimissioni e un clima politico bollente, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si è tirato indietro: alla presenza dei legali delle parti civili, nell’udienza preliminare del processo Gregoretti ha testimoniato.
- Salvini è sotto processo per sequestro di persona. Negli atti acquisiti dalla Procura di Catania di cui Domani è in possesso, c’è traccia di alcune mail che ricostruiscono il clima di quel periodo.
- Dal sostegno del premier ungherese, Victor Orban, che aveva mandato un telegramma a Conte incoraggiando il governo italiano a continuare sulla strada dei respingimenti, all’ambasciata francese che nell’accettare il principio di redistribuzione «preferisce gli eritrei».
Con le consultazioni in corso, nonostante la crisi, le sue dimissioni e un clima politico bollente, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si è tirato indietro di fronte alla sfida lanciata da Matteo Salvini e dal suo avvocato Giulia Bongiorno: nell’udienza preliminare del processo Gregoretti ha testimoniato. La vicenda è nota: il divieto di sbarco imposto da Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, alla nave della Marina militare Gregoretti, che aveva accolto a bordo 131 migr



