Le delegazioni di Russia e Ucraina hanno iniziato le negoziazioni per il cessate il fuoco, tuttavia Mosca non ferma i missili su Kiev. Intanto, dal lato ucraino prosegue il progetto della legione internazionale annunciato  dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ci sarebbe già l’adesione di migliaia di volontari, per i quali sarà facilitata la procedura d’ingresso nel paese.

Telefonare all’ufficiale militare dell’ambasciata ucraina a Roma è il passaggio preliminare per arruolarsi nella legione internazionale di volontari diretti al fronte con l’obiettivo di combattere contro la Russia di Putin. Una volta stabilito il contatto, per entrare nella milizia voluta da Zelensky, il candidato riceve un vademecum in inglese. Sono le istruzioni, che Domani ha potuto leggere, per entrare nell’esercito di volontari di tutto il mondo, ovunque ci sia un’ambasciata ucraina a fare da filtro preliminare.

Dai documenti alle spese pagate

Al primo punto del documento sull’arruolamento c’è scritto: «Rivolgersi all’ambasciata dell’Ucraina del tuo paese, per farlo puoi seguire tre strade: andare in ambasciata fisicamente; chiamare; scrivere una mail».

La seconda richiesta è più specifica sull’esperienza militare o in agenzie di sicurezza: «Specificare quali documenti e di che tipo di equipaggiamento hai bisogno. Documenti: carta d’identità o passaporto; documenti che attestino lo svolgimento del servizio militare (attività in agenzie di sicurezza) e la partecipazione in operazioni militari».  

Lo step numero tre prevede la visita in ambasciata per un’intervista con il responsabile della Difesa e l’avvio delle procedure per il visto con il Console.

Solo dopo, ecco il punto 4, è possibile «scrivere una domanda di ammissione alla Difesa territoriale delle forze armate dell'Ucraina per il servizio militare con contratto su base volontaria (l'addetto alla difesa fornisce assistenza)». In pratica informano il potenziale volontario che non dovrà sostenere spese di sorta per l’arruolamento né per il vitto e l’alloggio una volta al fronte.

I successivi punti del documento raccomandano, se nella disponibilità del candidato, di portare abbigliamento tecnico-miliare, come elmetto e giubbotti antiproiettile. 

Gli ultimi due punti della guida all’arruolamento sono i più delicati, riguardano l’ingresso nel paese in guerra: «I rappresentanti delle ambasciate, dei consolati (all'estero) e della difesa territoriale in Ucraina forniranno assistenza nel processo di spostamento. I loro contatti saranno forniti presso l'Ambasciata dell'Ucraina nel tuo paese...All'arrivo in Ucraina al punto di raccolta per unirsi alla Legione straniera di difesa territoriale dell'Ucraina si firma un contratto e insieme a soldati di altri paesi e soldati ucraini andrete a combattere contro gli occupanti russi».

Destinazione Leopoli

A Domani, secondo le informazioni raccolte da fonti dell’ambasciata, risulta che per arruolarsi è necessario essere incensurati. Inoltre è prevista una suddivisione di compiti sulla base dell’addestramento militare. Tuttavia anche chi non ha mai preso in mano un fucile può sperare di partire: verrà smistato sul luogo per dare supporto all’esercito.

Il raduno della legione internazionale sarà a Leopoli, 500 chilometri da Kiev, al confine con la Polonia, stessa città dove la Farnesina ha spostato l’ambasciata italiana ieri. E infatti dall’Ambasciata ucraina suggeriscono di seguire la direttrice che da Roma attraversa lo stato polacco. Entrati a Leopoli i futuri legionari beneficeranno di vitto e alloggio pagati. Peraltro proprio a Leopoli è stata trasferita d’urgenza l’1 marzo l’ambasciata italiana.

É previsto anche un rimborso spese, per sopravvivere: «l'obiettivo è andare come volontari e credere nella causa non di guadagnarci», dice a chi gestisce l’arruolamento a Roma. «Una volta compilato il modulo si organizza un appuntamento in ambasciata per parlare di persona. Chi vuole ed è pronto può partire anche domani. Daranno tutto lì, armi e divisa militare».

Da Azov a Rusich

Procedure regolari, di uno stato invaso da una potenza straniera. Cosa diversa da quanto accaduto all’inizio del conflitto del 2014 nel Donbass. In quegli anni i neofascisti italiani hanno combattuto – retribuiti – al fianco dei filorussi ma anche degli ucraini. 

Nel 2018 un’indagine dell’antiterrorismo condotta dal Ros dei carabinieri e dalla procura di Genova aveva svelato l’esistenza di un flusso di mercenari italiani affiliati ai movimenti dell’estrema destra (Casapound e Forza Nuova) partiti per combattere in Donbass. Quelli legati a Casapound avevano sposato la causa ucraina e si erano avvicinati al battaglione Azov, ora confluito nella milizia regolare dell’esercito di Kiev. Questo battaglione era nell’orbita del partito di estrema destra ucraino Pravy sector. 

I militanti di Forza Nuova partiti per il Donbass invece andavano a sparare con i filorussi, specialmente nel battaglione Rusich, il più temibile dei gruppi composti da mercenari, presente in diversi scenari di guerra, come la Siria.

Il Rusich oggi non è esiste più. Ma da un’analisi del social network russo VKontact, scandagliando alcuni profili in cirillico un tempo riconducibili al Rusich, arriviamo ad altre sigle oggi attive nell’addestramento militare e ad altri profili che nei giorni dell’invasione hanno pubblicato immagini e foto dal campo di battaglia.

Ai paramilitari filorussi del Donbass si è unito Andrea Palmeri, alias “il Generalissimo”: militante toscano di Forza Nuova, capo ultras della Lucchese, ricercato dalla polizia italiana, si trova ancora lì. Tra i primi a raggiungere i filorussi nel 2014, non è mai tornato in patria.

Contattato da Domani conferma di trovarsi lì dove si combatte da giorni, ma non rivela ulteriori dettagli. Nella stessa zona è presente anche un altro militante di estrema destra citato nelle informative sui mercenari.

Fonti dell’intelligence antiterrorismo confermano a Domani che in Donbass dopo l’inchiesta del Ros sono presenti solo due di quel gruppo al centro delle indagini che hanno già portato ad alcune condanne, tra combattenti come Palmeri e reclutatori di stanza in Italia. 

A Palmeri i magistrati contestavano di aver reclutato e istruito miliziani per farli «partecipare ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del Governo ucraino». 

Oggi è l’Ucraina a chiamare alle armi cittadini da ogni parte dell’Europa. Ma difficilmente l’arruolamento configura possibili reati, confermano fonti dell’antiterrorismo. Il problema sarà il dopo, quando combattenti e mercenari addestrati alla guerra torneranno a militare nei gruppi più radicali del neofascismo italiano.

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