Il ritratto del senatore democratico

Harry Reid sapeva vincere con la tattica, non solo con le opinioni

Senate Majority Leader Harry Reid, D-Nev., gestures as he takes a call in his office prior to the jobs bill cloture vote on Capitol Hill in Washington, Monday, Feb. 22, 2010. A bipartisan jobs bill cleared a GOP filibuster with critical momentum provided by the Senate's newest Republican, Scott Brown of Massachusetts.(AP Photo/Harry Hamburg)
Senate Majority Leader Harry Reid, D-Nev., gestures as he takes a call in his office prior to the jobs bill cloture vote on Capitol Hill in Washington, Monday, Feb. 22, 2010. A bipartisan jobs bill cleared a GOP filibuster with critical momentum provided by the Senate's newest Republican, Scott Brown of Massachusetts.(AP Photo/Harry Hamburg)
  • L’ex senatore del Nevada, scomparso il 28 dicembre all’età di 82 anni per un cancro al pancreas, era il complemento tattico all’idealismo di Barack Obama. Senza di lui riforme come il piano di stimolo e l’Obamacare forse non sarebbero state approvate. Eppure era uno dei politici più impopolari, simbolo dei compromessi di Washington.
  • Nato in una piccola baracca nel villaggio minerario di Searchlight, senza acqua corrente, bagno e telefono, si deve trasferire da alcuni parenti per studiare alle scuole superiori, dove si fa strada anche grazie alla sua abilità nel pugilato. Si laurea alla Utah State University grazie a una borsa di studio in scienze politiche.

  • Dopo l’era di George W. Bush, il leader repubblicano non ha più avuto un avversario all’altezza, come riconosce nel suo elogio funebre: «In parallelo abbiamo raggiunto gli stessi risultati».

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