Il numero di persone che hanno installato l’applicazione Immuni è aumentato ma il rischio è che il sistema sanitario non riesca a gestire tutte le segnalazioni e a fare i tamponi.
- La app Immuni di tracciamento dei contagi oggi è in funzione sul 20 per cento degli smartphone in circolazione in Italia, percentuale dalla quale sono esclusi i minori di 14 anni, ma quest’estate era addirittura peggio.
- Ma c’è una domanda a cui in pochi sembrano in grado di rispondere: se venisse scaricata di più, il nostro sistema sanitario sarebbe in grado di svolgere al meglio l’attività di contact tracing?
- Il rischio, infatti, è che con un aumento delle segnalazioni di contagio ospedali e Asl non riescano a gestire l’afflusso dei dati, essendo già oggi in difficoltà.
«Non ho mai detto che l’app Immuni sia l’unica soluzione al contenimento del virus in Italia. L’applicazione rientra in una strategia complessiva che si basa anche su altre misure di contenimento». Il 23 luglio scorso la ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, ha pronunciato queste parole al Senato, mentre rispondeva a un’interrogazione che chiedeva conto dei risultati dell’app di tracciamento dei contagi entrata a regime il 1° giugno. Una specie di braccio destro nelle politiche di conten



