Il tribunale ha depositato le motivazioni del rigetto della scarcerazione per i due professionisti. Restano ai domiciliari e, secondo pm e giudice, in grado di raggiungere i piani alti della politica per questo possono inquinare le prove. Intanto l’inchiesta prosegue e incrocia quella sui 49 milioni
- Sono state depositate le motivazione del riesame con cui i giudici hanno rigettato la richiesta dei commercialisti del partito di Matteo Salvini. Restano quindi ai domiciliari.
- «Rimangono sicuramente da esplorare altri ancor più delicati settori in cui il 'pool' dei commercialisti hanno impiegato la propria professionalità» hanno detto i pm ai tre giudici del Riesame durante l'udienza a porte chiuse
- Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba sono i commercialisti della Lega e secondo giudice e inquirenti «uomini di partito», ancora in grado di inquinare le prove e per questo devono stare agli arresti domiciliari.
La compravendita del capannone di Cormano, da adibire a nuova sede della fondazione Lombardia Film Commission, è un'operazione «marginale» secondo i pubblici ministeri che indagano su Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due commercialisti della Lega agli arresti domiciliari dal 10 settembre per l'inchiesta della procura di Milano che trae spunto da questo affare. Questo passaggio, che si rintraccia alla fine delle motivazioni con le quali il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di
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21/09/2020 Milano, Conferenza stampa di Matteo Salvini per commentare i risultati elettorali alla Segreteria Nazionale della Lega di Via Bellerio



