La ribellione dei campioni

I numeri 1 del beach volley contro l’oscurantismo del Qatar

Karla Borger e Julia Sude, coppia di talenti in Germania, hanno rifiutato di sottostare al dress-code imposto dalla federazione internazionale per la tappa del World Tour in programma a Doha (8-12 marzo). Per il Qatar un altro caso di discriminazione di genere esercitato attraverso lo sport.

  • Per la prima volta il Qatar ospita una tappa femminile del Beach Volleyball World Tour. Ma ciò che doveva sembrare una cauta apertura ai diritti delle donne si trasforma in un boomerang a causa dell’abbigliamento di gara “suggerito” alle atlete.
  •  Niente bikini, ma maglia a mezze maniche e pantaloni lunghi almeno fino al ginocchio “per rispetto della cultura e delle tradizioni locali”. Borger e Sude hanno detto no per questione di dignità ma anche per scarsa praticità di quell’abbigliamento.
  • Dopo il caso delle due giudici di gara brasiliane tenute a distanza dallo sceicco al momento della premiazione del Mondiale per Club Fifa, un altro caso che fa riflettere sull’apertura alle autocrazie e ai paesi post-democratici come organizzatori di eventi sportivi internazionali.

Quel dress code rispettatelo voi. Karla Borger e Julia Sude, coppia numero 1 del beach volley femminile tedesco e numero 16 del ranking mondiale, hanno anteposto la dignità personale e di genere alla chance sportiva. E per questo hanno deciso di non partecipare alla tappa del Beach Volleyball World Tour, la Katara Beach Volleyball Cup che si terrà a Doha (Qatar) dal 8 al 12 marzo. Lo hanno comunicato immediatamente alla federazione nazionale, ricevendo il massimo appoggio. Quindi hanno estern

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