le indagini sugli accordi tra stato e mafia

I segreti della “trattativa” nelle chiavi Usb di Montante

  • Quando gli inquirenti bussano alla sua porta, l’allora vicepresidente della Confindustria Sicilia fa sparire il suo archivio segreto, ma fra i frantumi dei suoi drive si cercano tracce delle telefonate tra Napolitano e Mancino.
  • La Corte costituzionale, dopo il conflitto fra la procura di Palermo e il Quirinale, ne aveva ordinato la distruzione e i file erano stati ufficialmente cancellati nel carcere dell’Ucciardone il 23 aprile del 2013.
  • Qualcuno però ne ha fatto una copia – almeno questa è la convinzione dei procuratori di Caltanissetta – e l’ha “regalata” a Calogero Antonio Montante. Un’altra arma nelle sue mani, questa volta per un ricatto eccellente.

Sono le cinque del mattino e i poliziotti bussano alla porta di un appartamento nel centro di Milano. Nessuno risponde, in casa però c’è qualcuno. Bussano ancora, non vogliono sfondare, sono impazienti ma preferiscono evitare azioni rumorose. Passano quasi dieci minuti e poi, finalmente, la porta si apre. Davanti a loro c’è un uomo con i capelli arruffati, in mano stringe un cellulare, sul pavimento ci sono cinquantadue pen drive in frantumi. È l’alba del 14 maggio 2018 e Calogero Antonio Mon

Per continuare a leggere questo articolo