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I soldi per le primarie e le denunce interne sul sistema De Luca ignorate dal Pd

LaPresse
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  • Clientele, fondi regionali, progetti faraonici che hanno cambiato il volto di Salerno, costruttori di successo, appalti, cooperative infiltrate dai clan. Nei giorni scorsi abbiamo svelato i pilastri su cui si regge il “sistema” De Luca.
  • Ma c’è ancora un capitolo inedito nei documenti ottenuti da Domani. Riguarda le tecniche di creazione del consenso di cui ha beneficiato Vincenzo De Luca,  grazie alle quali ha dominato la scena di Salerno prima e poi gli ha permesso di fare il grande salto alla presidenza della regione, rieletto per un secondo mandato nel 2020.
  •  A rivelare i meccanismi nascosti della macchina del consenso deluchiana sono due politici del Pd, uno dei due intercettati. Dialoghi del 2015, anno delle primarie, e allegati a un’informativa del nucleo investigativo dei carabinieri di Caserta inviata alla procura antimafia di Napoli, impegnata all’epoca in una delicata indagine sul famigerato clan dei Casalesi, l’incarnazione di Gomorra.  «La campagna elettorale per le primarie a De Luca è costata oltre 300 mila euro», dice uno di loro.

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