Ci sono voluti mesi di discussioni, una commissione parlamentare d’inchiesta e alcune indagini della polizia. A otto anni dalla sua fondazione, l’organizzazione di estrema destra francese Generation Identitaire va verso lo scioglimento, su richiesta del ministro dell’interno Gérald Darmanin, con l’accusa di aver violato il codice di sicurezza interna (Csi) che vieta ogni forma di «incitamento alla discriminazione, all’odio o alla violenza razziale».

La decisione del ministro francese è stata presa dopo l’ultima manifestazione anti migranti del gruppo, nel comune di Luchon, nella regione dei Pirenei Haute-Garonne, al confine con la Spagna. Il punto finale di tante azioni dirette, iniziate a Poitier otto anni fa, con l’occupazione del cantiere di una moschea.

Nata in Francia come organizzazione giovanile del «Bloc Identitaire», Generation Identitaire si è subito contraddistinta come struttura europea, con gruppi federati soprattutto in Austria – da dove viene uno dei leader, Martin Sellner – e in Germania. Formalmente in Italia si è costituita come associazione il 3 novembre 2015, con il consiglio direttivo presieduto dal milanese Lorenzo Fiato, il volto più noto del movimento. I primi contatti con la Francia risalgono, però, a molti anni prima, soprattutto attraverso l’universo leghista.

Nel 2009 il leghista, ex eurodeputato, Mario Borghezio ha partecipato alla convention del gruppo «Bloc Identitaire», movimento da cui nascerà tre anni dopo l’organizzazione oggi in via di scioglimento. «Siamo soldati politici nell’Europa dei popoli!», aveva urlato il leghista alla fine dell’intervento, con il pubblico che lo acclamava, per concludere – a scanso di equivoci - «Mussulmani fuori dai cog...». la prima tappa di un gemellaggio politico che dura ancora oggi.

Contro le Ong

La massima visibilità di Generazione identitaria in Italia – con una forte risonanza globale – risale al 2017. Per diversi mesi i gruppi italiani, francesi, tedeschi e austriaci hanno lavorato a una missione navale, con l’obiettivo di attaccare le Ong impegnate nel salvataggio umanitario dei migranti nelle acque del Mediterraneo centrale. Dopo aver raccolto più di 200mila dollari – ufficialmente con il crowdfunding – annunciarono: «Abbiamo una nave». Sotto la bandiera «Defend Europe», a bordo della C Star registrata in Mongolia, Lorenzo Fiato e altri militanti per circa un mese hanno dato la caccia alle navi umanitarie.

Se l’azione in sé appariva più come una macchietta, con proclami sovranisti inviati via radio alle navi di salvataggio e lo striscione ‘No way’ sulla fiancata, l’impatto mediatico e di propaganda alimentò la campagna di discredito delle organizzazioni impegnate nel salvataggio dei migranti. La nave, alla fine di agosto, è stata abbandonata a Malta con l’equipaggio cingalese ancora a bordo. I marinai vagarono con pochissimo carburante, senza cibo e con le scorte di acqua potabile ormai scarse per più di un mese, fino ad approdare a Barcellona. Solo alla fine del gennaio del 2018, dopo la vendita della C Star ad una compagnia statunitense, l’equipaggio è stato pagato.

La missione navale è diventata l’icona del sovranismo per molti esponenti della Lega. Dai rapporti con Generazione identitaria allo slogan «Porti chiusi» è stato un attimo. Il 26 ottobre 2017 Lorenzo Fiato racconta l’impresa navale nella casa delle associazioni di Piacenza, accolto dall’assessore leghista alla sicurezza Luca Zandonella e dal coordinatore federale dei giovani padani Andrea Crippa, già a capo dei giovani leghisti e deputato della lista Salvini.

Il 21 febbraio 2018, dieci giorni prima delle elezioni politiche, Borghezio ha organizzato nella sede del parlamento europeo una conferenza stampa sull’azione «Defend Europe». Sul palco è salito Gian Marco Concas, ex ufficiale della Guardia costiera, uno degli organizzatori della missione navale, e Gabriele Adinolfi, in passato condannato per l’associazione sovversiva Terza posizione, oggi è uno degli ideologi di Casapound.

Con l’arrivo di Matteo Salvini al Viminale, Generazione identitaria in Italia si è, almeno apparentemente, inabissata. Pezzi importanti del movimento, però, hanno fatto un salto di qualità, mettendo da parte la maglietta azzurra con il Lambda simbolo dell’organizzazione e indossando giacca e cravatta. Lorenzo Fiato ha proseguito la sua carriera all’interno del mondo leghista, partecipando a diversi incontri organizzati dal movimento dei giovani padani; il 19 dicembre 2019 appare in una foto di gruppo pubblicata su Facebook insieme all’eurodeputata Isabella Tovaglieri.

Da una costola di Generazione Identitaria è nato uno dei think-tank più attivi della destra radicale italiana, Progetto Prometeo. È guidato da Marco Malaguti, cofondatore nel 2015 del gruppo insieme a Fiato e Concas, già responsabile della formazione politica degli attivisti identitari italiani. La neonata sigla, che si propone come centro studi, ha organizzato diversi eventi insieme a Daniele Scalea, presidente del centro studi Machiavelli, associazione fondata e promossa dall’ex sottosegretario agli esteri della Lega Guglielmo Picchi. In Francia l’ala movimentista non si è mai fermata: tra violenze su immigrati e saluti a Hitler nei pub, come documenta un recente documentario di Al Jazeera, Generation Hate.

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